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La Vlora al porto di Bari, il più grande sbarco dei profughi albanesi

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

La Vlora al porto di  Bari, il più grande sbarco dei profughi albanesi

La Gazzetta del Mezzogiorno dell'8 agosto del 1991

La «Gazzetta» dell'8 agosto del 1991 racconta il dramma dei 600 clandestini in fuga dalla dittatura dal Paese delle Aquile

Lunedì 08 Agosto 2022, 08:57

«Nuova ondata albanese» titola «La Gazzetta del Mezzogiorno» dell’8 agosto 1991. Mentre, di prima mattina, i lettori sfogliano l’edizione del giornale non possono sapere che in quegli stessi istanti sta avendo luogo, nel porto di Bari, il più grande, spettacolare e tragico sbarco di profughi mai verificatosi sulle coste adriatiche. È il giorno della Vlora. Il 7 agosto, però, 600 albanesi sono arrivati a San Foca, approdando tra sbalorditi bagnanti. Notizie drammatiche arrivano, attraverso canali diplomatici, dall’Albania: «Si parla di violenti scontri tra la polizia e migliaia di albanesi nel porto di Durazzo, durante ripetuti assalti alle navi con cui raggiungere il sogno italiano. Secondo informazioni non confermate – si legge in prima pagina – ci sarebbero stati dodici morti e due donne sarebbero annegate».

Una profonda crisi economica e sociale aveva generato la spinta all’esodo dal paese delle Aquile: in migliaia desideravano sfuggire ad un clima repressivo alla ricerca di condizioni di vita migliori dopo quarant’anni di regime comunista e di isolamento. Con il sostegno della diplomazia internazionale, un anno prima circa 5000 profughi avevano lasciato l’Albania e in Italia erano stati smistati poco più di 800 rifugiati. Nel marzo 1991 sulla costa meridionale della Puglia, da Monopoli ad Otranto, decine di migliaia di migranti albanesi, erano approdati con piccoli natanti e avevano ricevuto una prima accoglienza in scuole, camping, residence, alberghi. Si era registrata già in quell’occasione una generosa mobilitazione di associazioni di volontariato, ma anche di singole famiglie per l’accoglienza di queste persone.

Adesso a Tirana, scrive Carlo Bollino nelle pagine interne, c’è chi sospetta che la fuga di queste persone sia pilotata. Anche il governo italiano crede che il leader albanese Alia stia sfruttando il fenomeno per fare pressione sull’occidente affinché questo lo aiuti economicamente. Nessuno tenta di bloccare questo esodo, denuncia il portavoce del Partito democratico albanese: neppure la polizia interviene in questo scenario drammatico. «La gente sembra impazzita: nel porto di Durazzo sono in migliaia. Ho visto persino i soldati con i mitra in spalla lanciarsi in acqua per tentare di raggiungere le navi». Racconta l’inviato della Gazzetta: «Alcune centinaia di persone si sono riversate nei porti riuscendo a impossessarsi di due pescherecci e di due navi e, con quelle, a prendere il largo. Una terza nave, la Vlora, di 60 metri, la più grande di tutte, è invece rimasta ormeggiata con oltre 4000 persone a bordo. Pare ci fosse un guasto ai motori. Ma in nottata anche questa è riuscita a partire..».

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