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Terrorismo: arrestata Rose Scrocco

 

Lunedì 16 Gennaio 2006, 14:54

02 Febbraio 2016, 19:22

ROMA - In seguito ad indagini dei carabinieri del Ros è stata arrestata in Olanda Rose Ann Scrocco, condannata in via definitiva per fatti di terrorismo e per il sequestro di Mirella Silocchi. Scrocco è nell'elenco dei cosiddetti 30 «grandi latitanti».
L'arresto è stato compiuto oggi dalla polizia olandese, alle 10 di stamattina, ad Amsterdam.
Rose Ann Scrocco, 44 anni, cittadina italo-americana, è destinataria di due condanne definitive a 30 anni di reclusione della Corte d'assise d'appello di Bologna per concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione con morte dell'ostaggio e dalla Corte d'assise d'appello di Roma per «associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico», banda armata, rapina, furto, ricettazione, detenzione illegale di armi, concorso in omicidio, concorso in strage. Il 30 dicembre 2005 è stato emesso a suo carico dalla procura generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Roma un mandato d'arresto europeo.

LA 'PRIMULA ROSSA' ANARCHICA ERA RICERCATA DAL 1991
Rose Ann Scrocco, considerata l'anello di congiunzione tra l'ala più radicale degli anarco-insurrezionalisti e il banditismo sardo dell'anonima sequestri, era ricercata dal 1991 per sequestro di persona a scopo di estorsione e dal 1997 per associazione sovversiva, omicidio e banda armata. Condannata in appello nel 2003 per il sequestro di Mirella Silocchi, rapita nel 1989 e trovata morta nel 1992, Rose Ann Scrocco deve scontare una pena di trenta anni di reclusione. Dal 15 novembre 1993 erano state diramate le ricerche in campo internazionale della superlatitante, per arresto a fini estradizionali.
Rose Ann Scrocco fu condannata nel 2003 insieme ad altri componenti della cosiddetta «Orai» (Organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionale), resasi protagonista di sanguinose rapine ed attentati. Tra questi, l'autobomba piazzata il 24 agosto del 1989 nel quartiere romano del Prenestino, destinata ad una pattuglia di poliziotti, che invece saltò in aria provocando la morte di un componente dell'organizzazione, Luigi De Blasi.
Il 21 dicembre del 1990 una tentata rapina in gioielleria finì nel sangue, con l'omicidio di Antonio Lo Feudo.
Molte altre rapine furono attribuite, in quegli anni, all'Orai, così come il fallito attentato alla questura di Milano del 14 agosto 1988. Con la sentenza, la prima corte d'assise d'appello di Roma inasprì le pene inflitte con il verdetto di primo grado, comminando un ergastolo e sette altre condanne: il carcere a vita venne inflitto a Francesco Porcu, mentre Rose Ann Scrocco e Gregorian Garagin furono condannati a 30 anni, Angela Maria Lo Vecchio a 15, Orlando Campo a 10 e Alfredo Maria Bonanno, considerato il presunto capo del gruppo, a 6 anni e 2.000 euro di multa, Giuseppe Martino e Lorenzo Ricci a 2 anni e 2.000 euro di multa.

IL SEQUESTRO DI MIRELLA SILOCCHI
Sono le 8.30 del 28 luglio del 1989 e Mirella Silocchi, 50 anni, è sola in casa nella sua villa di campagna a Strabella di Collecchio, in provincia di Parma, quando i banditi bussano alla sua porta. La donna, moglie di un facoltoso industriale del ferro emiliano, Carlo Nicoli, sta parlando al telefono con una parente quando sente il campanello. A chi è all'altro capo del filo la Silocchi spiega che hanno suonato i carabinieri. Alcuni testimoni racconteranno poi di aver visto due auto allontanarsi dalla casa e di aver notato, a bordo di una di esse, un uomo in divisa da finanziere.

Della donna non si avranno più notizie per quasi un mese, fino a quando il marito non riceverà dai sequestratori una lettera con la richiesta di un riscatto di cinque miliardi e un pesante attacco alla linea dura contro i rapimenti adottata dallo Stato. I banditi torneranno a farsi vivi tre mesi dopo, a novembre, quando, nell'area di servizio San Martino, sull'A1, nei pressi di Parma, viene trovato un orecchio mozzato della donna. Poi, il 4 dicembre Nicoli si vede recapitare a casa cinque foto che ritraggono Mirella Silocchi incatenata e con il fucile puntato alla tempia. La donna sembra in pessime condizioni.
Una settimana dopo Nicoli riesce a raggiungere un accordo con i rapitori per 2 miliardi di riscatto: la moglie, in realtà, si scoprirà poi, a quella data è già morta. L'intesa con i banditi è che lo scambio avverrà a Torino. Quando però l'imprenditore si reca sul luogo dell'incontro non trova nessuno. I rapitori, accortisi che l'uomo è seguito, infatti, non si sono palesati. Poco dopo a Nicoli arriva una telefonata: 'Ci hai tradito, ora dovrai pagare 5 miliardi'. In risposta, l'imprenditore chiede una nuova prova della permanenza in vita della moglie. Sarà l'ultimo contatto con i sequestratori.

La svolta nelle indagini arriva nel giugno del 1990, quando, grazie all'arresto, a Roma, di Francesco Porcu, precedentemente coinvolto nel rapimento di Esteranne Ricca, gli investigatori ricostruiscono la composizione della banda dei rapitori, formata da un nucleo di banditi sardi e da un gruppo eversivo, capitanato da appartenenti al gruppo romano Anarchia e provocazione.
Il primo nucleo è composto da Porcu, Franco Bachisio Goddi, Antonio Staffa, Giovanni Mario Sanna, Gianni Mele, assassinato in Sardegna nel 1990, e Mario Domenico Giau, ucciso invece nel 1994; il secondo invece formato da Giovanni Barcia, Orlando Campo, Rose Ann Scrocco, Garagin Gregorian e Luigi De Blasi, morto a Roma nello scoppio di un'autobomba e ritenuto la mente del sequestro.

Proprio De Blasi nel corso dell'incidente probatorio verrà poi riconosciuto dall'unica testimone come l'uomo, travestito da finanziere, che ha prelevato la Silocchi da casa. Tra gli elementi raccolti a carico del gruppo di anarchici romani, ci sono anche le divise da finanziere trovate nel covo scoperto in via Cristoforo Colombo nel 1991, insieme ad armi, esplosivo e documenti falsi. Lo stesso Nicoli e altri testimoni racconteranno poi di aver notato l'auto di Gregorian a Parma nel giorno del sequestro e il giorno dopo nel podere in provincia di Viterbo di Franco Bachisio Goddi, dove si riteneva che fosse nascosta Mirella Silocchi.

Il processo di primo grado, davanti alla Corte di Assise di Parma, si chiude con la condanna all'ergastolo per Gregorian, Scrocco, Goddi, Sanna, Porcu e Staffa e a 20 anni per Campo, e con l'assoluzione per tutti gli altri, compreso Barcia, arrestato in Spagna nel 1996 dopo una rapina in cui rimangono uccise due poliziotte. In appello, la Corte di Assise di Bologna, con la sentenza emessa il 20 dicembre del 1997, riduce a 30 anni la pena di Gregorian, Scrocco, Goddi e Porcu e assolve Campo, Staffa e Sanna per non aver commesso il fatto. Condanne che poi saranno confermate in Cassazione.

L'ultimo atto della vicenda nel dicembre 2004, quando la Direzione distrettuale antimafia di Bologna riapre le indagini. Gli inquirenti sospettano infatti che non tutte le persone coinvolte nel sequestro siano state identificate.
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