BITONTO - Anche Intesa Sanpaolo è indagata nell’indagine a carico di Vincenzo Coviello, l’ex dipendente che in 26 mesi ha compiuto accessi abusivi ai conti correnti e alle carte d credito di 3572 correntisti di 679 filiali. La banca, nell'ipotesi della Procura di Bari guidata da Roberto Rossi, come già anticipato dalla Gazzetta è stata iscritta nel registro degli indagati per violazione della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. L’istituto avrebbe tardato a denunciare gli accessi abusivi e dovrà dimostrare di aver fatto tutto il possibile per prevenire il relativo rischio. Dopo lo scandalo, i legali di alcuni clienti vittime di Coviello hanno chiesto informazioni alla Procura per valutare la costituzione di parte civile o cause civili ai danni della banca.
Sono 6.637 gli accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti di 679 filiali della banca. Tra i nomi compaiono anche la premier Giorgia Meloni, la sorella Arianna, l'ex compagno Andrea Giambruno, i ministri Crosetto, Fitto, Santanché e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Complessivamente ci sono 73 vip e 72 dipendenti della banca.
Intesa Sanpaolo fa però sapere di non aver «ricevuto alcuna comunicazione dall’autorità giudiziaria e sottolinea che la banca ha potuto procedere con la notifica presso l’autorità per la privacy e la denuncia presso la Procura di Bari come
parte lesa nei tempi resi possibili da un processo esteso e accurato, volto alla ricostruzione di quanto avvenuto». La banca garantisce che il suo comportamento «sarà come sempre basato sulla massima collaborazione con le autorità». Una volta che la struttura di controlli interni ha evidenziato le «anomalie, hanno subito preso avvio la procedura disciplinare e l’analisi dei fatti che hanno richiesto una complessa ed estesa ricostruzione di quanto avvenuto».
«La banca - prosegue ancora la nota - ha sospeso cautelativamente il dipendente e ha proceduto ad avviare l'interlocuzione con l’autorità per la privacy, integrando successivamente l’iniziale notifica con gli sviluppi della vicenda. La complessa analisi dei fatti con il conseguente completamento del procedimento disciplinare - nel rispetto delle procedure a garanzia e tutela del lavoratore - ha condotto al licenziamento alla luce delle gravi e ripetute violazioni di norme regolamenti e procedure interne da questo commesse». Solo a conclusione di tutto ciò, Intesa ha potuto «procedere a sporgere denuncia come parte lesa, sulla base dell’esposizione dei fatti come ricostruiti all’autorità giudiziaria».