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Agenas: ottime performance negli ospedali del Sud ma mancano quelli lucani

 
Redazione Basilicata

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Agenas: ottime performance negli ospedali del Sud ma mancano quelli lucani

Il report non cita ai vertici il San Carlo di Potenza e il Madonna delle Grazie di Matera nonostante il buon lavoro di Cardiochirurgia nel primo e di Chirurgia generale nel secondo

Mercoledì 21 Dicembre 2022, 13:30

Si chiama Pne, acronimo di Programma Nazionale Esiti: da dieci anni è un fondamentale strumento di valutazione dello stato di salute dei sistemi sanitari delle varie regioni d’Italia. Quest’anno il monitoraggio assume un significato particolare perché è calibrato su una rete ospedaliera in cui nel 2022 c’è stata una netta ripresa dell’attività ospedaliera dopo il rallentamento dovuto alla pandemia che ha costretto la sanità ad occuparsi quasi esclusivamente dei malati Covid. Nell’istantanea delle eccellenze scattata da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) non figurano i due maggiori ospedali lucani, il San Carlo di Potenza e il Madonna delle Grazie di Matera. «Sono state registrate - dice il consigliere regionale Giovanni Vizziello - ottime performance di alcuni ospedali del Centro Sud Italia, che in alcune aree specialistiche fanno registrare livelli di prestazioni che non hanno nulla da invidiare a quelle dei migliori ospedali del Nord del Paese. Una vera e propria rinascita che, purtroppo, non riguarda i due maggiori ospedali lucani, le cui performance restano deludenti. Dispiace constatare - aggiunge Vizziello - che nell’istantanea delle eccellenze scattata da Agenas non figurino Potenza e Matera nonostante il grande lavoro svolto, ad esempio, dal dott. Luzi nella Cardiochirurgia del San Carlo di Potenza o l’ottima tradizione di Chirurgia generale espressa negli anni scorsi dal Madonna delle Grazie di Matera. Circostanze, quelle emerse dal monitoraggio Agenas, delle quali è doveroso prendere atto per migliorare la qualità delle cure e superare criticità assistenziali che non possono più essere scaricate sulla salute dei cittadini lucani».

Il monitoraggio ha preso in considerazione ben 194 indicatori (alcuni concernenti gli esiti, vale a dire la qualità delle cure, altri i volumi di attività) gran parte dei quali dedicati all’assistenza ospedaliera e che fotografano la capacità delle regioni di erogare prestazioni sanitarie adeguate ai bisogni di salute dei cittadini. Novità assolutamente positive vengono dagli ospedali del Centro Sud dal momento che - come sottolinea ancora Vizziello - in caso di infarto tra le 10 strutture che fanno registrare proporzioni più elevate di angioplastica primaria entro 90 minuti ben sette sono nel centro Sud. Tra le prime dieci strutture con la più bassa mortalità a 30 giorni dopo un intervento di bypass aortocoronarico cinque sono nell’Italia centro meridionale e sono sempre nel Centro Sud sei dei dieci ospedali che fanno registrare le proporzioni più elevate di pazienti operati entro 48 ore per frattura del femore: «L’ospedale del Mare di Napoli garantisce la proporzione di angioplastica primaria entro 90 minuti, l’ospedale San Giovanni Di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno citati come eccellenze per il numero di interventi di bypass aortocoronarico effettuati e la mortalità a 30 giorni dall’intervento, l’ospedale Umberto I di Siracusa per quanto riguarda le fratture del collo del femore di pazienti ultrasessantacinquenni operate entro 48 ore, il Miulli di Acquaviva delle Fonti per quanto riguarda il numero di interventi per tumore della prostata. Sono strutture - rileva Vizziello - in grado di mettersi alle spalle in classifica molti ospedali del Nord tradizionalmente considerati virtuosi».

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