BARI - La Regione Puglia si avvia a superare a fine anno il 92 per cento di spesa certificata per i fondi europei FESR e FSE, compiendo un altro passo importante verso il completamento del Programma. Il dato è emerso nel corso della riunione odierna del Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Puglia 2014-2020 che si è svolta oggi per valutare lo stato di avanzamento del POR FESR-FSE PUGLIA 2014-2020 e le previsioni di spesa al 31 dicembre 2022.
«La Puglia ancora una volta si è fatta trovare pronta. Dopo avere in più annate conquistato la leadership con riferimento alla capacità di spesa dei fondi europei in Italia adesso, secondo le notizie ancora provvisorie dell’Unione Europea, potrebbe essere una delle primissime regioni in Europa. In questa speciale classifica di efficienza c’è la ragione per la quale tante imprese di tutto il mondo scelgono la nostra regione per i loro investimenti», ha commentato il presidente Michele Emiliano.
Molto positivi i giudizi espressi nel corso della riunione dai rappresentanti della Commissione europea, riporta un a nota della Regione. In particolare il rappresentante della DG Occupazione, Michele Sartorello, ha comunicato come la Regione Puglia sia risultata prima in tutte le categorie di impegni e pagamenti del FSE nel confronto operato con i programmi italiani e con alcuni Paesi europei. «Siamo ormai entrati nella fase di chiusura dell’attuale ciclo di programmazione con risultati importanti per quanto concerne il nostro territorio in termini di capacità di resilienza rispetto alla crisi dell’ultimo triennio», ha detto l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro, Diritto allo studio, Scuola e Università, Sebastiano Leo, presente alla riunione, sottolineando il «nuovo importante traguardo che è stato raggiunto nei giorni scorsi con l’approvazione del nuovo Programma Regionale FESR-FSE+ 2021-2027 che vedrà disponibili nuove opportunità per il territorio e i cittadini, con 5 miliardi e mezzo di euro a disposizione, di cui circa 1 miliardo e 150 milioni di euro per interventi rivolti alla formazione, istruzione, lavoro e welfare».
Il rappresentante della DG Regio Francesco De Rose, ha evidenziato l’utilizzo ottimale delle risorse del FESR per aiutare l’economia pugliese a superare gli effetti della pandemia, sottolineando i risultati positivi registrati anche dal recente Rapporto regionale di Banca d’Italia, a partire dall’evoluzione positiva dell’andamento del mercato del lavoro. «Siamo pronti a continuare la corsa e possiamo farlo sulla base dello straordinario sforzo che abbiamo dispiegato non solo per spendere tutte le risorse europee ma per spenderle efficientemente, non troppo lontano dai bisogni e dai sogni dei pugliesi di ogni genere e generazione», ha commentato il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio e alla Programmazione unitaria, Raffaele Piemontese, che ha sottolineato quanto il ciclo di programmazione 2014-2020, che ha risentito anche del rimodulazione disposta per rispondere con tempestività all’emergenza straordinaria causata dalla pandemia in Europa e nel mondo, sia stato «anche un grande test di capacità amministrativa».
Duro il commento dell’opposizione: test superato «grazie al Covid», esclama Francesco Ventola, capogruppo di Fratelli d’Italia. «Emiliano e Piemontese dovrebbero anche spiegare a cosa di riferisce il 92%, non certo alle risorse inizialmente stanziate nel Por Fesr-Fse 2014-2020 che ammontavano a circa 7 miliardi di euro. La cifra è scesa a 4,5 miliardi (e a questa fa riferimento il 92%), tale variazione - spiega - è dovuta al fatto che dal 2014 al 2020 il Piano è stato rivisto per recuperare, a livello nazionale, risorse per il Covid e, quindi, è stata anche ridotta la quota di cofinanziamento nazionale. Quindi se il Covid non ci fosse stato la Regione avrebbe speso poco più del 60%, vale a dire poco più di 4 miliardi di euro, rispendendo in Europa circa 3 miliardi».