Basta con le stragi del sabato sera. Basta ai morti ammazzati sulle strade. Lo abbiamo gridato più volte, con rabbia, ma è stato inutile. Il sangue, spesso di giovani vittime, e le lacrime di intere famiglie distrutte e straziate dal dolore continua a scorrere inesorabilmente sulle strade del «Tacco d’Italia».
La Puglia, purtroppo, secondo i dati forniti dal Centro ricerche e studio dell’Associazione sostenitori amici della Polizia Stradale (Asaps), da sempre attenta ai problemi di sicurezza stradale, nel 2021 è tristemente ai primi posti a livello nazionale sia per quanto riguarda l’osservatorio delle stragi del sabato sera, sia per quanto riguarda gli incidenti plurimortali, quelle tragedie della strada che, solitamente, richiamano di più l’attenzione dei mezzi di comunicazione, con due o più vittime.
Lo scorso anno, delle 247 tragedie stradali avvenute durante il week and (116 al Nord, 49 al Centro e 82 al Sud) con 149 vittime e 385 feriti, ben 16 si sono verificate in Puglia (lungo le strade statali e provinciali), causando purtroppo 14 vittime.
Dei 112 incidenti plurimortali con 243 le vittime (99 incidenti con 2 morti, 8 con 3 morti, 4 con quattro morti e 1 con oltre 4 vittime) avvenuti nel 2021 (+21 rispetto al 2020), 16 si sono verificati in Puglia (soprattutto sulle strade statali e provinciali, le più pericolose) che, anche in questo caso, si ritaglia un triste secondo posto nella classifica nazionale dopo l’Emilia Romagna dove sono stati registrati 18 sinistri con più vittime.
Morire a causa di un incidente stradale, insomma, nonostante il lockdown conseguente alla pandemia che ha determinato per molti mesi la chiusura anche dei locali di ritrovo dei giovani, ha continuato ad essere una tragica costante nella nostra regione. Una lunga, interminabile scia di sangue, insomma, che ha interessato indistintamente sia i 313 chilometri che costituiscono la rete autostradale pugliese sia i 1.600 km delle cosiddette extraurbane secondarie (strade statali, tangenziali o provinciali) che attraversano la regione sia a Nord che a Sud.
«L’analisi della collocazione territoriale di questi incidenti così come dei sinistri plurimortali - spiega il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, tra i maggiori esperti di sicurezza stradale - fanno emergere un aspetto nuovo e importante: il numero degli incidenti nelle notti del fine settimana è in netta crescita al Sud, basta osservare i dati della Sicilia, della Campania e della stessa Puglia con 46 morti complessivi. Sette deceduti invece in Romagna, la terra di elezione delle “stragi del sabato sera”, quando negli anni ’80 e ’90 nelle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini morivano 25-30 giovani l’anno solo nelle notti del fine settimana».
Ma perché, secondo l’Osservatorio Asaps, si è verificato questo fenomeno in controtendenza?
«La possibile risposta che ci siamo dati è quella di un modello di divertimento esasperato, con il protrarsi degli orari dei locali in là nella notte, con una maggiore confidenza con l’alcol e le sostanze da parte delle nuove generazioni».
«Si devono poi aggiungere altre due importanti considerazioni. Le statali ed ex statali di queste regioni, in particolare della Puglia, sono spesso disegnate su lunghi rettilinei (è il caso della ex statale 16 Adriatica, ndr), scarsamente illuminati, con una segnaletica orizzontale (utile compagna nella notte) assolutamente inadeguata, con micidiali incroci a raso e pochissime rotonde. Insomma un sistema stradale ideale per il verificarsi di incidenti gravi».
Insomma, strade poco sicure ma, anche, scarse campagne di informazione. «Mentre al Nord lo stragismo del fine settimana ha trovato finalmente argini più alti, fatti di informazione e di sensibilizzazione dei giovani, insieme a più efficaci moduli operativi di contrasto, al Sud il fenomeno sta diventando feroce solo da qualche tempo», aggiunge il presidente di Asaps, Biserni.
«Non aspettiamo che anche le strade della Puglia continuino ad essere segnate da fitti mazzi di fiori. Sarebbe ora auspicabile con l’estate il ritorno ad efficaci campagne informative sui rischi dell’alcol e dell’uso ormai indiscriminato del cellulare alla guida. Proprio per questo non è ammissibile un allentamento dei controlli. Interveniamo subito. La medicina c’è: è fatta di informazione, di etilometri e di modelli del divertimento da modificare».