BARI - La Procura di Trani ha fatto notificare la seconda proroga di indagini a Oronzo Antonio Maria Amato, 65 anni, amministratore unico della Ingross Levante, il colosso dei cash&carry di Molfetta alle prese con un delicato tentativo di salvataggio. Il decreto del gip Lucia Anna Altamura, emesso su richiesta del pm Roberta Moramarco, ufficializza l’accusa di bancarotta a carico dell’imprenditore, ma soprattutto fa emergere che la Procura ritiene viziata la proposta di concordato preventivo: tra le ipotesi oggetto di indagine c’è infatti la violazione dell’articolo 236 della legge fallimentare, quello che punisce chi tenta di far omologare un piano «simulando crediti in tutto o in parte inesistenti».
L’adunanza dei creditori, inizialmente fissata al 26 maggio, è stata rinviata a metà luglio, ma ufficialmente la decisione non sembrerebbe collegata agli sviluppi emersi dalle indagini penali. In ballo c’è una società che ha accumulato quasi 380 milioni di euro di debiti e che propone un accordo fiscale cui - finora - l’Agenzia delle Entrate ha sempre detto «no». A fronte di tasse e imposte non pagate per 257 milioni di euro, Migro vorrebbe pagarne circa 62. Il Tribunale fallimentare di Trani (giudice delegato Giuseppe Rana) ha dichiarato ammissibile la proposta di concordato, nominando commissari gli avvocati Gianvito Giannelli, Francesco Saverio Costantino e il commercialista Francesco Campobasso che stanno svolgendo gli accertamenti previsti dalla normativa. Ma...