Lunedì 17 Novembre 2025 | 20:31

Lma, ematologo Venditti: "Quizartinib colma gap che avevamo in fase mantenimento"

Lma, ematologo Venditti: "Quizartinib colma gap che avevamo in fase mantenimento"

 
Agenzia Adnkronos

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Lma, ematologo Venditti: "Quizartinib colma gap che avevamo in fase mantenimento"

'Nuovo farmaco interferisce con mutazione Flt3 che compare nel 25% circa dei casi di leucemia mieloide acuta'

Lunedì 17 Novembre 2025, 18:20

Roma, 17 nov. (Adnkronos Salute) - "Quizartinib arricchisce il nostro armamentario terapeutico e colma il gap che fino a ora avevamo in fase di mantenimento". Sono le parole di Adriano Venditti, direttore dell’Ematologia della Fondazione policlinico Tor Vergata di Roma, intervenuto al media briefing organizzato a Milano da Daiichi Sankyo Italia in occasione del recente via libera al rimborso quizartinib, una nuova opzione terapeutica per la Lma-leucemia mieloide acuta Flt3-Itd positiva di nuova diagnosi.

"Quizartinib ha la caratteristica di interferire con una mutazione ben conosciuta nella leucemia mieloide acuta, la mutazione Flt3, che compare in circa il 25% dei casi - prosegue Venditti - Il paziente con questa mutazione, che è in grado di tollerare la chemioterapia intensiva, può ricevere la combinazione con il quizartinib, che viene somministrato durante la fase di induzione, nei cicli di consolidamento e nella fase di mantenimento, per la quale è approvato, per una durata di 36 cicli (cioè 3 anni) tanto nei pazienti che esauriscono il loro percorso terapeutico senza fare il trapianto di cellule staminali quanto nei pazienti che, al contrario, ricevono il trapianto".

Nello studio di fase 3 Quantum-First, che ha analizzato l’effetto del farmaco in combinazione con chemioterapia di induzione standard a base di citarabina-antraciclina e con la chemioterapia di consolidamento standard a base di citarabina, seguita da terapia di mantenimento con monoterapia a base di quizartinib "ha dato dei risultati importanti, che poi hanno portato all'approvazione ", rimarca Venditti, facendo riferimento alla riduzione del rischio di mortalità del 22% rispetto alla sola chemioterapia standard rilevato dal trial.

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