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Le traiettorie interiori di Alice

 
Livio Costarella

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Livio Costarella

Le traiettorie interiori di Alice

Se la musica cede il passo alle parole

Martedì 23 Settembre 2025, 17:09

Quando canto mi sento strumento di ciò che mi anima, di cui sono forma ed espressione. Il canto è per me la forma di preghiera più elevata». Non poteva esserci frase più adatta per raccontare la traiettoria di Alice, voce tra le più limpide e interiori della musica italiana, che a più di cinquant’anni dal suo esordio continua a cercare senso e bellezza dentro le pieghe dell’anima. L’occasione è il libro scritto con Francesco Messina, compagno di vita e di arte, L’unica via d’uscita è dentro (Rizzoli), da cui quelle parole sono tratte. L’opera sarà al centro dell’incontro di venerdì 26 settembre alle 21,45 in Piazza Quercia a Trani, per il festival I Dialoghi di Trani: gli autori dialogheranno con il giornalista Felice Sblendorio. Quello che Alice mette a nudo in queste pagine non è solo il resoconto di una carriera lunga e sfaccettata, ma il percorso di una donna che ha scelto di restare fedele a sé stessa. «Il mestiere dell’intrattenimento non mi ha mai realmente interessato, ho sempre preferito provare a raccontare storie che mi sembravano importanti», dice. È il filo rosso che attraversa la sua avventura artistica: un continuo cercare l’essenziale, sottraendo il superfluo. Non stupisce, infatti, che nel volume si soffermi più sull’esperienza interiore che sul clamore dei palcoscenici. Il libro alterna memorie personali e riflessioni spirituali, episodi di vita quotidiana e bellissime fotografie d’archivio, in un mosaico che restituisce l’immagine di un’artista mai pacificata, sempre inquieta. «Non è mai una cosa facile guardarsi dentro e vedersi fragili, ancora largamente incompleti, sempre in mutamento»: una dichiarazione che vale come manifesto esistenziale, e che si intreccia con i ricordi della bambina di Forlì, educata alla musica dal padre Benito e dalla sorella pianista Odette. Per non dire delle prime esibizioni, in cui la voce si rivelava già come dono imprescindibile. Il percorso raccontato da Alice è anche quello di una ragazza che si è fatta largo in un ambiente dominato dagli uomini, spesso ostile. «Come fare per non essere considerata solo una voce femminile, ma un essere umano con una visione e qualche i dialoghi di Trani idea della musica?», si chiede. E ancora: «Per quasi due anni non ho più cantato, nemmeno in casa. Avevo bisogno di allontanarmi completamente da ciò che per me non corrispondeva minimamente alla musica che volevo fare». Non sono parole di resa, ma di resistenza: il rifiuto di piegarsi a un modello che non le apparteneva. Il lettore ritrova nel libro i nomi e i volti che hanno segnato una stagione: da Milva a Giorgio Gaber, da Franco Califano ai Pooh, fino all’incontro decisivo con Franco Battiato, sodale e maestro. Con lui Alice ha inciso pagine indimenticabili della musica italiana, da Per Elisa a Chanson Egocentrique. «Le canzoni di Franco - spiega - erano porte che aprivano universi». Non a caso nel memoir torna spesso il ricordo di quel sodalizio: un rapporto che ha trasformato l’incontro artistico in destino, capace di segnare tanto l’immaginario quanto la vita personale. L’intero volume è attraversato da una domanda che si ripete e che diventa quasi un ritornello: cosa significa davvero essere liberi? «La via d’uscita verso questa reale libertà va ricercata dentro di sé, interiormente, fino al punto in cui dentro e fuori si compenetrano nell’unica realtà». È la chiave non solo del libro, Le traiettorie interiori di Alice Se la musica cede il passo alle parole Franco Battiato maestro indimenticabile. “Le sue canzoni erano porte che aprivano universi”. Non a caso nel memoir torna spesso il ricordo di quel sodalizio che fu incontro del destino Francesco Messina L’unica via d’uscita è dentro Rizzoli Lizard ed. pp. 256, euro 29 ma anche di una vita che non ha mai separato palco e quotidianità, arte e ricerca spirituale. Basta soffermarsi sulle sue letture, tra cui Il Monte Analogo di René Daumal, con la metafora del cammino interiore come unica vera scalata. «La musica è stata un compagno di vita, ma anche una scuola: ho dovuto imparare ad accettare che non tutto è sotto il mio controllo. Scrivere questo libro è stato un esercizio di verità. Ho capito che raccontarsi significa soprattutto cercare di capire sé stessi». Parole che chiariscono come l’atto della scrittura, per lei, non sia un bilancio nostalgico, ma un’altra forma di conoscenza. La scrittura del libro non rinuncia a un tono ironico e lieve, che sdrammatizza anche i passaggi più difficili. Quando ricorda il cambio del nome imposto dal produttore (all’anagrafe lei è Carla Bissi), sorride: «Insomma, di nome mi sarei tenuta volentieri il mio, ma pazienza, così è andata e adesso è inutile perdere tempo a ricamarci sopra». Oppure quando evoca il bizzarro commento di un dirigente discografico che, ascoltando i suoi provini, la liquidò con un cartellino rosso. Dietro queste pagine si intravede la capacità di Alice di trasformare ferite e inciampi in occasioni di consapevolezza. Ma al centro rimane la voce. Un timbro inconfondibile che per anni ha attraversato generi e linguaggi diversi - dal pop al rock, dalle sperimentazioni elettroniche alle collaborazioni con orchestre sinfoniche - senza mai perdere riconoscibilità. Brani come «Il vento caldo dell’estate», «Prospettiva Nevski» o «Nomadi» non sono soltanto successi, ma frammenti di memoria collettiva. «Le canzoni, una volta scritte e cantate, diventano di altri e tu che l’hai scritta ti alleggerisci», dice. È il segreto della sua longevità artistica: la capacità di trasformare l’intimo in universale, di far vibrare in chi ascolta la stessa corda che l’ha spinta a cantare. Ed è per questo che «L’unica via d’uscita è dentro» diventa un diario che non indulge mai nell’autocompiacimento, ma cerca una sintesi tra fragilità e forza, tra biografia e meditazione. Alla fine rimane il messaggio che attraversa tutta l’opera: cercare dentro di sé la direzione, anche a costo di smarrirsi. È la sfida che Alice rilancia al suo pubblico, per restituire appieno la verità di un percorso artistico e spirituale unico, nel panorama della musica italiana.

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