di GERO GRASSI
Roma, 16 marzo 1978. Alle 8,05 Aldo Moro esce di casa, via del Forte Trionfale, 79 diretto alla chiesa di San Francesco. Con lui il maresciallo Oreste Leonardi, il carabiniere Domenico Ricci, i poliziotti Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Leonardi il 16 marzo rientra in casa a prendere un secondo caricatore per la pistola. Si è accorto che lo segue una 128 bianca. L’auto che blocca Moro in via Fani è una Fiat 128 bianca.
È interessante sapere quali telefonate ricevono le auto della Polizia e dei Carabinieri circa il percorso per condurre Moro in Parlamento perchè il percorso delle persone scortate è suggerito via radiotelefono dal Ministero degli Interni. Quando, il 29 maggio 1979, nella casa dell’ agente del KGB, il professore universitario Giorgio (Dario) Conforto, sono arrestati Valerio Morucci ed Adriana Faranda, nei pantaloni di Morucci è trovato un biglietto con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di un maresciallo di PS, iscritto alla P2, in servizio all’Ufficio radio scorte del Ministero degli Interni: Antonio Esposito, napoletano.
Roberto Martinelli e Antonio Padellaro raccontano all’epoca che il giorno prima dell’agguato la Polizia rassicura Moro su una ipotesi di attentato che la magistratura minimizza e che una Fiat 128 di colore bianco, con targa diplomatica, è vista difronte la casa di Moro due volte. Quando descrivono l’agguato, anche loro citano persone che parlano tedesco. La notte prima del 16 marzo, i brigatisti tagliano le ruote del furgone del fioraio Antonio Spiriticchio che sosta ogni giorno all’angolo di via Fani con via Stresa.
Al posto del furgone di Spiriticchio si trova una Austin Morris (targata Roma T50354), acquistata un mese prima dalla società Poggio delle Rose, collegata ai Servizi Segreti italiani con sede a Roma, in via della Libertà 10, dove si trova la sede dell’Immobiliare Gradoli che ha appartamenti in via Gradoli ed ancora altre società di copertura dei servizi. La società Fidrev, azionista di maggioranza della Immobiliare Gradoli, svolge assistenza tecnica attraverso le società Gus e Gattel, società di copertura del Sisde. L’Austin Morris, parcheggiata ad 80 cm dal marciapiede, impedisce all’appuntato Ricci di svincolarsi dopo la frenata di Moretti.
Nella Commissione Moro-2 evidenziamo un bottone dei carabinieri rintracciato sulla scena del crimine e fatto notare che la società Poggio delle Rose è stata costituita con atto del notaio Vittorino Squillace, già funzionario del Ministero degli Interni, notaio di fiducia dei Servizi segreti. Dopo tanti anni nei quali ci hanno detto che l’auto di Moro tampona quella di Moretti, le foto dimostrano la falsità di quanto raccontatoci. L’auto di Moro ha i fendinebbia sporgenti integri, a dimostrazione che c’è solo accostamento. Guardando l’incrocio tra via Fani e via Stresa, alla sinistra dell’auto di Moro è parcheggiata una Mini Minor, di proprietà del gladiatore Tullio Moscardi che a settembre 1978 diventa confidente dei Servizi segreti italiani.
L’azione dei brigatisti, soprannominata ‘Fritz’, con riferimento al ciuffo bianco di Moro dura dalle 9,02 alle 9,05. Inizia con un mazzo di fiori, alzato dalla ventenne brigatista Rita Algranati, moglie di Alessio Casimirri, mai arrestato. L’Italia non ha mai chiesto l’estradizione. Alla richiesta della Commissione Moro-2 il Nicaragua risponde dicendo che Casimirri è cittadino nicaraguense.
È figlio di una cittadina vaticana e del capo ufficio stampa dei Papi Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI. Casimirri è arrestato dai Carabinieri di Roma il 4 maggio 1982, grazie ad una rete di complicità si sottrae alla giustizia nonostante oggi sia emerso il cartellino dell’arresto. Algranati attraversa la strada al fine di consentire alla Fiat 128, parcheggiata sul lato destro, di anticipare due auto mai identificate che superano le auto di Moro e si pongono tra la Fiat 128 e queste ultime. L’appuntato dei carabinieri Ricci, con una operazione spericolata, supera le due auto e si ripone in coda alla Fiat 128. Stessa operazione fa l’autista della Alfetta.
Perché seguire la Fiat 128 che è auto dei brigatisti? La guardia giurata Riccardo Iorio dichiara al giudice Francesco Amato “Potevano essere le ore 6,25 del 16 marzo 1978, quando imboccai via del Forte Trionfale. Ferma nei pressi del vecchio locale adibito al cinema, si trovava una Fiat 128 bianca, di tipo familiare, con targa CD con la parte anteriore diretta verso l’abitazione dell’on. Moro che si trova a circa 200 mt. di distanza. Vi erano a bordo della macchina quattro persone. L’uomo seduto al volante indossava una giacca di panno tipo militare color verde con cappuccio. Aveva capelli scuri ed era bruno di carnagione.
La Fiat 128 bianca con targa CD presentava sullo sportello anteriore sinistro una lieve strisciatura. Quando, saputa la notizia dell’eccidio di via Fani, il 16 marzo, verso le ore 11-12, mi recai in via Fani, vedendo l’autovettura CD utilizzata dai brigatisti, non ebbi alcun dubbio che la stessa non fosse quella da me notata in via del Forte Trionfale, tanto più che presentava quella stessa strisciatura della quale ho testè parlato”.