NICOLA PEPE
Tra i pugliesi emigrati per queste elezioni in altre regioni e i silurati, la squadra dei 62 parlamentari pugliesi prende forma. Dopo i 24 eletti nei seggi uninominali (8 al Senato e 16 alla Camera), tutti polverizzati dai pentasellati, sono stati assegnati gli altri 38 seggi ad altrettanti candidati pugliesi. Una elezione, quella pugliese, caratterizzata da un successo travolgente del M5S che ha raggiunto il 45% dei consensi. Un dato su cui il direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, ha fatto più di una riflessione anche nel corso del collegamento alla trasmissione Porta a Porta.
E così mentre Alberto Losacco (Pd) ha conquistato il seggio a Roma dopo essere stato paracadutato in Piemonte nel listino «Cuneo-Asti-Alessandria», dove partiva da secondo, e il pugliese d'adozione Gaetano Quagliarello, anche lui finito in una zona sicura nell'uninominale abruzzese «L’Aquila-Teramo», c'è chi pensa al dopo. Massimo Cassano, sottosegretario al lavoro uscente, candidato per Forza Italia all'uninominale e al proporzionale di Bari 2, ne è uscito con le ossa rotte e ha convocato amici e simpatizzanti all'Interporto di Bari per importanti comunicazioni.
L'avvocato penalista Michele Laforgia, candidato per Leu - la formazione politica guidata da Pietro Grasso - nel collegio di Bari al Senato non ce l'ha fatta e comunque precisa che il movimento di queste setitmane non finirà con il 4 marzo: «Non ci sciogliamo dopo le elezioni e non siamo il movimento anti-sindaco Decaro. In queste settimane abbiamo dato vita ad un movimento che ha avuto una risposta, soprattutto a Bari, molto ampia e qualificata». Intanto il sindaco Antonio Decaro, che in città ha fatto i conti con il 46 per cento dell'onda grillina (20 punti in più rispetto alle politiche del 2013 e con un crollo del Pd, ha scelto la linea del silenzio.