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Bisceglie, il frigo è rotto
vaccini arrivano a «rate»

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Bisceglie, il frigo è rottovaccini arrivano a «rate»

Il reriferatore è rotto da mesi, il personale è costretto a fare la spola con l'ospedale di Trani

Sabato 14 Ottobre 2017, 09:18

BISCEGLIE - L’emergenza è alle porte per l’ambulatorio per le vaccinazioni di Bisceglie. Medici ed infermieri del Servizio di igiene e sanità pubblica operano da mesi senza poter utilizzare il grande frigorifero in dotazione, caduto in avaria e non sottoposto dalla Asl Bt all’atteso intervento di riparazione.

Perché non si provvede? Nessuno sa spiegare la causa di questi inammissibili ritardi. Così si tira avanti con l’ausilio di due mini frigo in cui si possono conservare solo piccole quantità di vaccini di varie tipologie per l’uso corrente. Ma gli “addetti ai lavori”, per far fronte a tutte le richieste di vaccinazioni degli utenti, fanno la spola tra l’ambulatorio biscegliese e l’ospedale di Trani e ritorno, per potersi rifornire di vaccini destinati a Bisceglie e che vengono “ospitati” temporaneamente nel frigorifero di Trani. C’è però la preoccupazione che con l’imminente inizio della campagna antinfluenzale ci si trovi nell’impossibilità di poter ritirare dai corrieri in arrivo i sieri necessari.

L’anno scorso furono ben 10.560 i vaccini antinfluenzali iniettati gratuitamente nell’ambulatorio Asl di Bisceglie. Il guasto del frigorifero è stato già evidenziato da luglio scorso. Ma dei tecnici dell’Area delle Tecnologie della Asl Bt che dovrebbero ripristinarlo non si è vista l’ombra.

Ora è partito un nuovo sollecito affinchè si provveda ad eliminare il disservizio. È successo pure che, in estate per evitare il peggio e il caldo, più di qualche operatore del servizio abbia messo a disposizione il frigorifero domestico per evitare che le scatole di vaccini diventassero inservibili. Una vicenda paradossale, insomma, che vede dall’alto, proprio in questi giorni, il ministero della Salute a diffondere l’invito a vaccinarsi ed istituire l’obbligo di presentare a scuola il certificato dello stato vaccinale dei propri figli; mentre dal basso, chi deve somministrarli non ha tutti i mezzi necessari per evitare un deficit organizzativo.
Luca De Ceglia

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