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l'allarme
21 Agosto 2017
di MASSIMO BRANCATI
La Basilicata continua a bruciare. Fioccano segnalazioni di incendi in ogni angolo della regione, dando la percezione di un’escalation. In realtà, secondo quanto raccolto da fonti dei carabinieri-forestali, dal punto di vista statistico non ci sarebbero grosse differenze rispetto a quanto accaduto negli ultimi cinque anni.
Ma il susseguirsi di roghi, con conseguente superlavoro per la macchina dei soccorsi, sta creando una situazione inedita. Da una parte i vigili del fuoco che, come abbiamo riportato ieri sul nostro giornale, sono in stato di agitazione lamentando una scarsa organizzazione e carenze nell’organico tali da impedire «il recupero psicofisico di chi è impegnato a spegnere gli incendi»; dall’altra i volontari della Protezione civile, impegnati su tutti i fronti senza un euro in tasca. Al punto che proprio ieri l’associazione Vola del capoluogo ha comunicato alla sala operativa della Protezione civile la disponibilità a intervenire soltanto su roghi che colpiscono il comune di Potenza. Il motivo? Non c’è una lira, baby. Sono state esaurite tutte le risorse economiche: manca, in sostanza, il denaro da anticipare per il carburante ai mezzi antincendio. Lo ha scritto in una mail inviata alla Regione Rocco Messina, presidente dell’associazione Vola.
È un epilogo ampiamente annunciato: dal 1° luglio a ieri l’associazione è stata attivata dalla Protezione civile per 52 incendi boschivi in tutto il territorio regionale, nonostante i volontari siano responsabili solo per il territorio comunale. Una pressione che ha portato all’esaurimento delle forze e dei soldi non solo della Vola ma di tutte le altre associazioni abilitate dal sistema antincendio della Regione. Sì, perché intervenire significa anche spendere. Un esempio? L’incendio contrada Arioso di Pignola nel giorno di ferragosto e nel giorno di San Rocco è costato alla Vola di Potenza cinque pieni di carburante del valore di circa 80 euro l'uno. Se consideriamo una media di circa tre pieni a intervento i conti sono subito fatti. E non tornano. «Abbiamo ripetutamente sollecitato la Regione Basilicata - dice Messina - per avere un anticipo delle spese di carburante in maniera da affrontare tranquillamente tutte le emergenze, ma la stessa ha sempre fatto orecchio da mercante. La convenzione firmata ci consente di intervenire dopo l'attivazione della Soap (Sala operativa della Regione) a tutti gli incendi boschivi sul territorio, sempre anticipando le spese di carburante che vengono rendicontate per poi essere trasmesse in Regione per avere rimborsi non prima dell'anno successivo».
Il pullulare di incendi, dunque, sta mettendo a dura prova l’intero sistema, «debilitato» innanzitutto dalla soppressione del Corpo Forestale dello Stato che da protagonista, sempre in prima linea, è stato declassato a semplice spettatore. La carenza di fondi sta facendo il resto, con la Regione e i Comuni che hanno cancellato il servizio di avvistamento incendi svolto da volontari posizionati sulle cime delle montagne: osservavano il territorio e davano l’allarme grazie al quale si interveniva con tempestività. Oggi si naviga a vista. Nel mare di fuoco.
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Commenti all'articolo
Leucodermis
23 Agosto 2017 - 13:35
E da non dimenticare le GEV della Regione Basilicata ormai messe nel dimenticatoio, queste svolgevano a livello comunale attività di avvistamento e presidio del territorio, ma la Regione Basilicata non ha mai attuato attività di aggiornamento e formazione per le GEV lasciandole piano piano morire.
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