BARI - Indistruttibile, ecosostenibile, acusticamente perfetto. Sembra un oggetto di arredamento (è anche quello), invece è un amplificatore per smartphone realizzato con la pietra pugliese. L’idea è di un gruppo di ricerca del corso di laurea in Disegno Industriale del Politecnico di Bari, frutto di un’attività di laboratorio che mixa tradizione e tecnologia, riuscendo a fare innovazione anche con materiali antichi.
Pietra e ceramica, questi i due elementi preferiti, sono stati trasformati in vasi ornamentali, lampade, vassoi e piatti da portata, portapenne e molto altro. I risultati della ricerca vengono presentati in questi giorni nella Galleria dei Due Mari a Gallipoli, dove si svolge fino al 20 agosto prossimo “Expo Salento”, rassegna dedicata all’arte, al design e all’architettura d’avanguardia made in Puglia, promossa dalla sede locale dell’Archeoclub d’Italia (qui il programma completo).
Tra gli espositori, una ventina di laureandi del Politecnico barese espongono i frutti delle loro tesi. Un’intera sezione, nello stand del Politecnico a Gallipoli, è dedicata ai manufatti realizzati durante un tirocinio svolto nella storica bottega dei ceramisti Vestita, a Grottaglie. «In questi oggetti si può leggere il tentativo di innovazione del prodotto ceramico attraverso la ridefinizione di modelli decorativi, sviluppati in ambiente digitale, e riprodotti con differenti tecniche tradizionali» dice la professoressa Annalisa Di Roma, che coordina lo staff di ricerca insieme con i colleghi Vincenzo Minenna, Alessandra Scarcelli e Giovanni Pappalettera.