MANDURIA - Scortate dai mezzi delle forze dell’ordine, le ruspe dell’impresa che dovrà realizzare i lavori del depuratore nella marina di Manduria, in provincia di Taranto, sono entrate all’alba nel cantiere.
Contro il progetto protestano da tempo i cittadini che hanno più volte tenuto dei presidi impedendo l’accesso ai camion per dire no alla localizzazione dell’impianto a ridosso della riserva naturale. Con i cittadini si è schierata sin dal primo momento Romina Power, che da anni ha scelto quei luoghi come mete delle sue vacanze, sindaci e amministratori locali.
I vari Comitati che si oppongono al depuratore oggi sono stati colti alla sprovvista perchè attendevano la nuova data dell’incontro a Bari, tra i sindaci dei comuni interessati e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. L’Acquedotto pugliese, a quanto si è appreso, ha dato invece disposizione all’impresa vincitrice dell’appalto di insediarsi nel cantiere per iniziare i lavori. Sul posto ci sono Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
L?AQP: SI STUDIA ALTERNATIVA - «In riferimento alle vicende relative alla realizzazione del nuovo impianto di depurazione a servizio degli abitati di Manduria, Sava e relative marine, Acquedotto Pugliese chiarisce che i lavori in corso riguardano esclusivamente la realizzazione del depuratore stesso. È in corso di ultimazione la progettazione della soluzione alternativa dello scarico a mare che prevede come noto il riutilizzo in agricoltura e bacini di contenimento per usi plurimi».
Lo precisa l’acquedotto Pugliese che in una nota ribadisce che «il nuovo depuratore di Manduria risponde agli interessi della comunità».
«Le opere di depurazione - è detto nella nota - sono pienamente conformi ai requisiti di legge, compresi quelli paesaggistici e ambientali, e frutto di una lunga interlocuzione e analisi con il territorio. Un lavoro frutto dell’impegno sinergico di Acquedotto Pugliese con i vari soggetti coinvolti, rivolto negli ultimi due anni ad individuare la soluzione più idonea e rispettosa delle esigenze manifestate». «Un impianto di depurazione, giova ricordare - è detto ancora - adempie ad un semplice compito, attraverso processi biologici e naturali: ripulire l’acqua utilizzata nelle nostre case per restituirla al suo ciclo naturale con modalità rispettose dell’ambiente, a tutela del territorio e della qualità di vita complessiva dell’area servita, senza alcuna nociva interferenza».
«Il nuovo depuratore - conclude la nota - apporterà sicuri, diffusi benefici alla comunità locale, consentendo peraltro, il superamento delle problematiche legate al vecchio impianto, tuttora funzionante e non adeguato, che se non dismesso, comporterà l’applicazione di sanzioni da parte dell’Unione Europea».