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Contro i test Invalsi
studenti in piazza

 
 Contro i test Invalsi studenti in piazza

La denuncia dell'UdS: «Ci ribelliamo alle pressioni»

Lunedì 08 Maggio 2017, 06:53

«Da anni siamo impegnati, come Unione degli Studenti, nel boicottaggio dei test Invalsi: dei test che consideriamo dannosi, costosi ed escludenti» La nota associazione studentesca scende così in piazza. Lo farà domani in concomitanza con la data di somministrazione dei test, «scontrandosi però con i forti atti repressivi messi in campo da docenti e dirigenti scolastici», denunciano i ragazzi.

«Abbiamo organizzato decine di assemblee, collettivi scolastici, comitati studenteschi per discutere di test Invalsi e valutazione. Crediamo che il boicottaggio di massa di questi test possa essere utile a lanciare un segnale forte, per rigettare al mittente questo modello di valutazione che non riesce a valorizzare le peculiarità del singolo e a tener conto delle condizioni di partenza di ognuno» afferma Davide Lavermicocca, coordinatore dell’Unione degli Studenti Bari.

«Ogni giorno ci scontriamo con la forte macchina repressiva attivata da docenti e dirigenti scolastici. Dal Fermi al Salvemini, passando per il Giulio Cesare, è stato costruito un clima di terrore dai presidi che stanno imponendo la compilazione dei test a tutti i ragazzi di secondo. In molte scuole i dirigenti scolastici e i docenti stanno chiamando personalmente i genitori degli alunni delle classi seconde chiedendo loro di accertarsi che il proprio figlio o la propria figlia non partecipino ad alcuna manifestazione».

Secondo l’Unione, al liceo «E. Fermi» è stata inviata una lettera a tutti i genitori, alla quale hanno risposto gli studenti e le studentesse, nella quale si «invitavano calorosamente» i genitori a promuovere la compilazione dei test in famiglia». Le minacce dei Dirigenti non fermeranno le nostre lotte: stiamo continuando e continueremo a mobilitarci contro quest’idea di scuola. Domani scendiamo in piazza (concentramento in Piazza Umberto I dalle ore 9) per una scuola inclusiva e democratica. Lo stesso modello di scuola che, evidentemente, a questi dirigenti non piace». concludono gli studenti dell’Unione degli Studenti.

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