BARI Un endorsement che imbarazza. L’sms con cui il sindaco «fasciocomunista» di Nardò (Lecce), Pippi Mellone, invita a votare Michele Emiliano alle primarie del Pd solleva una bufera nel Pd. Si scaglia per primo il consigliere regionale dem, Sergio Blasi: «La Regione Puglia è un banchetto al quale solo chi porta voti a Emiliano può avere benefici per la propria comunità o è una istituzione imparziale? È il punto più basso che la politica ha raggiunto».
Gli replica Mellone (un tempo dato vicino a Casapound): «Sono stato eletto dopo un governo di centrosinistra, raccogliendo la delusione e la sfiducia che quella esperienza ha generato a Nardò: a quella gente chiedo di votare per Emiliano. Ho il diritto o no di rivolgermi a una parte significativa del mio elettorato? Dov’è lo scandalo? Emiliano è una persona e un amministratore con cui si può collaborare splendidamente».
La controreplica arriva dalla renziana viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova: «Parole che appaiono fuori luogo e preoccupanti. Inducono a pensare non che il sindaco Mellone voglia divenire un nostro elettore, ma che il sostegno significhi poi automaticamente un occhio di riguardo da parte della Regione, esplicitato per altro dallo stesso sindaco Mellone: condotta, discarica, ospedale, parco».
«Dovrebbe essere un problema per Emiliano. Lo è senz'altro per il Pd» commenta invece il capogruppo alla Camera del Pd, Ettore Rosato. «Chi vota alle primarie - ha detto Rosato oggi a Bari - deve essere un militante, un iscritto o un simpatizzante, uno che si riconosce nei valori e nel manifesto del Pd. Se poi si fanno acquisti di questo tipo, non mi sembra un grande successo». "Spero e sono convinto - ha concluso - che Emiliano smentirà questa operazione e dirà che lui non c'entra, non la sostiene e non la riconosce».