di Antonella Fanizzi
La maggior parte degli studenti intervistati di sesso maschile dichiara di comprare i «gratta e vinci», di scommettere sulle partite di calcio e di frequentare le sale giochi almeno tre volte alla settimana. Gli stessi ragazzi, che fanno parte di famiglie dove si gioca regolarmente, affermano che, nonostante l’accesso ai centri sia vietato ai minorenni, non ci sono controlli da parte dei gestori sull’età dei frequentatori. Il 50% dei giovani che ha risposto al questionario dice di non essere soddisfatto della qualità della vita del proprio quartiere. E addirittura il 15% dei maschi è convinto che il gioco d’azzardo possa costituire una fonte di guadagno stabile e che possa trasformarsi in un lavoro.
A fotografare l’identikit dei baby giocatori è un gruppo di alunni di dell’Istituto tecnico economico e liceo linguistico «Giulio Cesare» che ha condotto una indagine sul fenomeno. L’esito del progetto «Legalità e cultura» sostenuto dalla Fondazione Scopelliti e finanziato dal ministero dell’Istruzione è una bozza di regolamento in materia di prevenzione e contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito, scritta dagli stessi studenti e destinata ad approdare in consiglio comunale per l’approvazione.
Il campione scelto è formato da 300 ragazzi che frequentano le scuole superiori di Bari e che hanno un’età compresa fra i 15 e i 20 anni. Il regolamento è stato consegnato all’assessore alle Politiche educative e giovanili, Paola Romano, che ha preso parte alla presentazione del percorso, tenuta nell’auditorium del Giulio Cesare e alla quale hanno partecipato fra gli altri monsignor Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura e della Fondazione antiusura di Bari, l’onorevole Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione Scopelliti, Ettore Cardinali, presidente della sezione barese dell’Associazione nazionale magistrati, Gaetano Vavalle, dirigente e coordinatore delle Dipendenze patologiche della Asl di Bari.
In cabina di regia c’è l’avvocato Attilio Simeone, responsabile scientifico del progetto e coordinatore nazionale del cartello «Insieme contro l'azzardo».
«In quest’ultimo anno - spiegano Vincenzo, Tommaso e Stefania in rappresentanza del team che ha condotto la ricerca - abbiamo avuto la possibilità di capire quanto l’usura e l’azzardo siano due lati della stessa medaglia, pericolosi per la vita stessa delle persone. Abbiamo incontrato una vittima che a causa dei debiti non ha più la casa, non può vivere con la sua famiglia né vedere i suoi amici perché è sotto protezione dello Stato».
Gli studenti hanno approfondito anche i dati raccolti da altri enti. L’Associazione dei consumatori e degli operatori del gioco ha a sua volta effettuato una indagine fra le scuole superiori della provincia barese, che ha coinvolto 230 alunni fra i 13 e i 16 anni. Il 48% dei ragazzi e il 20% delle ragazze ha ammesso di scommettere. Il 52% frequenta le sale da gioco, il 19% compra i gratta e vinci in bar e tabacchi, il 16% gioca on line dal computer di casa. L’89% degli intervistati punta fino a 10 euro a giocata e il 7% spende fino a 30 euro. I soldi vengono chiesti ai genitori (61% dei casi), oppure vengono racimolati fra i regali di parenti e amici (23%) oppure sono frutto dei risparmi (15%). Non è un caso che l’88% dei baby scommettitori abbia un rendimento scolastico che oscilla fra il non eccellente e lo scarso. Significa che la dipendenza dal gioco conta più dell’impegno sui libri e che i giovani investono più nella fortuna che nella formazione.
Di pari passo è lievitata la richiesta di aiuto: il numero delle persone prese in cura dalla Asl e avviate alla disintossicazione dalle slot, dalle scommesse e dalle lotterie istantanee è cresciuto del 95% negli ultimi quattro anni.
Cifre che dovrebbero far scattare l’allarme. Gli studenti del «Giulio Cesare» passano la palla al Comune affinché ponga in essere tutte le misure utili a fermare la malattia che sta travolgendo giovani e famiglie, imprigionati in un tunnel dal quale è difficile riemergere.