FOGGIA - Dissequestrato dai tre giudici del «riesame» di Foggia lo stabilimento «Rsb» ex zuccherificio, che ricade vicino ai terreni oggetto il 25 novembre del sequestro preventivo firmato dal gip del Tribunale di Foggia nei confronti del centro commerciale «GrandApulia» (che doveva essere inaugurato il 30 novembre) e dell’area dell’ex zuccherificio «Sfir», il tutto per una estensione di 70 ettari in zona Incoronata-Asi. Sarebbe azzardato e sbagliato dire che questa decisione dei giudici, di cui non si conoscono ancora le motivazioni, faccia da apripista al dissequestro del «GrandApulia» chiesto dai difensori dell’imprenditore foggiano Antonio Sarni, legale rappresentante della «Finsud» proprietaria della struttura, ricorso che verrà discusso lunedì in camera di consiglio, con decisione che sarà pronunciata nei giorni successivi.
Le differenze sono non da poco: lo stabilimento «Srb» e i suoi legali rappresentanti sono estranei all’inchiesta che conta 8 indagati - imprenditori, tecnici e direttori dei lavori - per presunte violazioni delle norme ambientali in materia di gestione di rifiuti speciali non pericolosi e lottizzazione abusiva a fini commerciali; lo stabilimento «Rsb» ricade su lotti differenti sia pure adiacenti a quelli del centro commerciale; i due terreni - quello dove sorge il «GrandApulia» e quello della «Rsb» - hanno avuto storie e vicende diverse in relazione all’acquisto.
L’istanza di dissequestro dello stabilimento «Rsb» e dei relativi terreni era stata presentata a fine novembre dagli avvocati Federico Brausi del foro di Modena e Andrea D’Amelio del foro di Foggia, discussa lunedì scorso in camera di consiglio, con decisione arrivata mercoledì pomeriggio. La richiesta della Procura di sequestro di «GrandApulia» e dell’ex zuccherificio «Sfir», aveva coinvolto anche lo stabilimento «Srb» che si occupa del confezionamento dello zucchero. L’istanza di dissequestro al «riesame» poggiava su questi presupposti: «Srb» è estraneo a qualsiasi fatto-reato ipotizzato dalla Procura di Foggia; lo stabilimento ha particelle di terreno proprie e non ha nulla a che vedere con la «Finsud» proprietaria del centro commerciale; né «Srb» ha potuto trarre alcun ipotetico vantaggio dai reati contestati dalla Procura. L’istanza di dissequestro è stata accolta limitatamente alle particelle di terreno dove c’è lo stabilimento che quindi ora può riprendere la propria attività.
Essendo la «Rsb» estranea a qualsiasi ipotesi di reato ambientale e/o di lottizzazione abusiva tant’è che non ci sono suoi rappresentanti indagati, il reato di lottizzazione abusiva non consente la confisca (e quindi il sequestro preventivo) per il terzo in buona fede. Gli avvocati Brausi e D’Amelio contattati dal cronista spiegano gentilmente che la società non intende commentare la vicenda, «ancorché abbia accolto con soddisfazione la decisione di dissequestro: la società non vuole entrare ulteriormente nel merito della vicenda giudiziaria, e si rende disponibile nei confronti della magistratura per qualsiasi necessità».