BARI -Una lettera del ministero dell’Ambiente potrebbe sbloccare a breve la rimozione degli ulivi nell’area del cantiere Tap, bloccata fin dalla primavera scorsa per via della approvazione parziale, da parte della Regione, di una delle verifiche di ottemperanza alle prescrizioni del Decreto di compatibilità ambientale del gasdotto. La missiva del ministero dell’Ambiente, arrivata ieri, lascia alla Regione altri 10 dieci giorni per eventuali controdeduzioni ma sembrerebbe ormai indicare la possibilità di far partire il cantiere.
La lettera, firmata dal neo-direttore generale Giuseppe Lo Presti è indirizzata oltre che all’azienda e alla Regione, anche al Comune di Melendugno, all’Arpa, all’Ispra e al ministero dello Sviluppo economico. Il dicastero guidato da Gianluca Galletti conferma «l’esistenza di tutti i presupposti per dichiarare soddisfatte le condizioni di cui alla prescrizione A44 per la porzione di progetto esaminata». Si tratta, va ricordato, del progetto esecutivo relativo alle opere di mitigazione ambientale ed ai ripristini per i lotti 1 e 1b, cioè esattamente il via libera che ancora manca a Tap per cominciare a spostare gli ulivi e aprire il cantiere per la costruzione del microtunnel. Altre due prescrizioni propedeutiche alla prima fase dei lavori erano state approvate da Regione e Arpa in primavera.
La lettera prende le mosse dalla ricostruzione dell’iter burocratico fin qui seguito, contenuta in una nota che Tap aveva inviato al ministero il 16 agosto. Alle problematiche sollevate dal Comune di Melendugno e dalla Regione nel corso del procedimento - dice il ministero dell’Ambiente - è stata già data risposta dai diversi enti chiamati in causa: il dipartimento Vigili del Fuoco del ministero dell’Interno per la distanza di rispetto degli «alberi di alto fusto» dall’asse della condotta, dal ministero dell’Agricoltura per l’intreccio con le norme per il contenimento della Xylella, dallo stesso ministero dell’Ambiente sulla consistenza della documentazione fornita da Tap.
Insomma, secondo Lo Presti non ci sarebbero «motivazioni ostative a che si proceda, in aderenza a quanto previsto dal piano esaminato dalla Regione e sottoposto e valutato dagli organismi tecnici regionali a ciò deputati». A meno, specifica però Lo Presti, di «diverse valutazioni tecniche oggettivamente riscontrabili da parte della Regione Puglia in qualità di Ente Vigilante, da comunicare comunque entro dieci giorni continuativi». Ora si attende, appunto, la risposta della Regione.