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Oncologico Bari, il Tar boccia
nomina direttore scientifico

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Oncologico Bari, il Tar boccianomina direttore scientifico

I giudici fermano Gasparini. Accolto il ricorso del prof. Federico: aveva ottenuto il miglior giudizio dalla commissione

Venerdì 21 Ottobre 2016, 11:30

BARI - Il curriculum, le capacità di reperire finanziamenti e il programma di rilancio erano stati ritenuti «eccellenti» dalla commissione valutatrice. Ma il ministro Beatrice Lorenzin aveva nominato a direttore scientifico dell’Oncologico di Bari un altro candidato, il cui giudizio era soltanto «ottimo». Una scelta «irragionevole», secondo il Tar del Lazio, che ieri con una sentenza durissima ha annullato la designazione del professor Giampiero Gasparini, accogliendo dunque il ricorso del suo avversario, l’oncologo salentino Massimo Federico. Per il principale Irccs pugliese, da anni nell’occhio del ciclone, si apre dunque una nuova vertenza.

«Anche allorché debba adottare atti di nomina di tipo fiduciario - hanno infatti scritto i giudici amministrativi romani (Terza sezione quater, sentenza 10446/2016, estensore Sapone) - l’amministrazione deve indicare le qualità professionali sulla base delle quali ha ritenuto il soggetto più adatto rispetto agli obiettivi programmati dimostrando di aver compiuto un’attenta e seria valutazione dei requisiti (...), sì che risulti la ragionevolezza della scelta». Invece, secondo la prospettazione di Federico (con gli avvocati Carlo Malinconico e Flavio Fasano), il ministro Lorenzin ha dapprima riportato i giudizi espressi dalla commissione valutatrice, quindi ha giustificato la scelta di Gasparini sulla base «del suo programma di sviluppo della ricerca». Una «minima e formale motivazione», secondo i giudici del Tar Lazio, che «finisce con l’attribuire rilevanza determinante ad un solo elemento ricompreso in uno dei quattro criteri di valutazione (...) rendendo sostanzialmente ininfluenti tutti gli altri».

Il professor Federico, nato a Taviano, è direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Università di Modena. Fino a febbraio aveva trascorso due anni di ricerca all’Università del Salento: fu coinvolto in una indagine giudiziaria sul Registro tumori della città emiliana (nata da una lettera anonima) da cui è poi stato prosciolto completamente: ha dalla sua una lunga esperienza da ricercatore. Il professor Gasparini di Ancona, professore a contratto della «Sapienza», è arrivato a Bari da primario oncologo del «San Filippo Neri» di Roma, anche lui con un buon curriculum. Tra i suoi primi atti da direttore scientifico del «Giovanni Paolo II», la polemica nei confronti dell’ex dg Antonio Quaranta sull’utilizzo dei fondi per la ricerca. Quaranta poi preferì rassegnare le dimissioni nonostante la commissione di inchiesta istituita dal Consiglio regionale avesse sostanzialmente ricondotto i veleni dell’Oncologico alle beghe interne tra i sindacati.

Cosa accadrà adesso? Il Tar ha annullato il decreto di nomina, condannando peraltro il ministero e Gasparini (che ieri la «Gazzetta» ha tentato invano di contattare) a pagare le spese. A meno di ricorsi al Consiglio di Stato, il ministro Lorenzin dovrà dunque adottare un nuovo provvedimento: potrà ovviamente insistere sulla nomina dell’oncologo marchigiano, ma per farlo dovrà formulare una motivazione più convincente. [m.s.]

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