BARI - Tra i molti rilievi «facilmente confutabili» perché «infondati», c'è un aspetto della relazione del Mef sul costo del lavoro nel Comune di Bari che «preoccupa" il primo cittadino, Antonio Decaro: sono i rilievi sulla "costituzione e sull'utilizzo dei fondi di trattamento del salario accessorio» nel periodo precedente il suo insediamento. Secondo gli ispettori, ha spiegato Decaro incontrando i giornalisti, il calcolo sarebbe sbagliato e, «secondo un primo calcolo a spanne» la questione interesserebbe le casse del municipio per «50 milioni di euro».
La relazione degli ispettori riguarda la gestione del Comune nel periodo 2010-2015, e quindi solo per un anno e due mesi l'amministrazione Decaro. In precedenza il sindaco di Bari era l'attuale presidente della Regione, Michele Emiliano.
Ma Decaro ha spiegato che non per questo ha voluto «scaricare responsabilità», poiché ritiene che gli ispettori abbiano "debordato in ambiti che non sono di loro competenza» e perché dalla relazione emergono «pregiudizi sul Comune di Bari».
Decaro si è soffermato sul tema del salario accessorio spiegando la costituzione del fondo è partita «nel 2000 dopo la stipula del contratto collettivo di lavoro che ha dato la possibilità agli enti locali di fare la contrattazione decentrata». Il metodo di calcolo del fondo, che secondo gli ispettori sarebbe sbagliato, è stato poi modificato nel 2014: "Abbiamo cambiato il metodo - ha detto Decaro - e questo problema è stato parzialmente risolto. Su quanto fatto prima, il 13 aprile del 2015, quindi prima dell’ispezione che è arrivata a settembre 2015, abbiamo scritto all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale per le pubbliche amministrazioni) che ci ha dato la possibilità di attivare un tavolo sul tema».
Ma il primo cittadino commenta duramente la relazione del Mef che ha analizzato il costo del lavoro del Comune del capoluogo pugliese nel periodo 2010-2015. : «Lo dico da sindaco e da vicepresidente dell’Anci: una attività ispettiva da parte dello Stato nei confronti del Comune è una sorta di violazione dell’autonomia degli enti locali. Renzi, quando era sindaco a Firenze, - ha anche detto Decaro - ha subito la stessa ispezione e ha avuto una reazione analoga. Nel senso che anche lì è stata confutata" ed «è stato fatto ricorso dal Comune».
Decaro ha spiegato che l’analisi degli ispettori ha riguardato anche altri ambiti «non di loro competenza», e ha confutato alcuni rilievi. Il sindaco ha evidenziato che sono «la Corte dei Conti» o «il Tar a poter dichiarare illegittima una procedura, non una analisi ispettiva di semplici funzionari del ministero». Inoltre, il primo cittadino ha sottolineato che la "relazione dovrebbe aiutare gli enti locali ad agire in modo virtuoso ma la relazione è stata trasmessa alla ragioneria dello Stato dagli ispettori il 12 febbraio e a me l’hanno mandata ad agosto». «Sul loro sito - ha detto infine Decaro - la parte relativa alle risultanze delle indagini, che è obbligatorio anche per loro pubblicare, è aggiornato al 2011: a noi - ha concluso - controllano la trasparenza ma loro hanno cinque anni di ritardo».
Tra i rilievi che il sindaco ha «confutato», c'è anche quello sulla nomina dello staff: un tema su cui, secondo Decaro, gli ispettori si sono concentrati «solo a Bari». «Ho preso alcune delibere - ha aggiunto il sindaco - tra cui quelle del Comune di Roma che ha di recente nominato gli staff degli assessori, e la scelta è avvenuta sulla base dell’intuitu personae». Mentre nel caso del Comune di Bari gli ispettori del Mef hanno evidenziato, tra l’altro, che il sindaco avrebbe dovuto dichiarare la pubblica utilità e verificare prima la presenza tra il personale interno delle competenze ora messe a disposizione dallo staff.
Per Decaro, dunque, «lo Stato» dovrebbe «obbligare tutti gli enti a un confronto preventivo con la Corte dei Conti» perché, ha rilevato, «se una articolazione dello Stato deve trattare coi sindacati sul salario accessorio, stabilisce le regole per la costituzione del fondo e va dalla Corte dei Conti che fa le sue valutazioni, mentre tutti gli enti locali vengono invece lasciati liberi di fare contrattazione decentrata».
NCS: UNO SCHIAFFO AI BARESI - «Finalmente il sindaco Decaro ha votato il sacco, rendendo trasparente la relazione finale degli ispettori del ministero dell’Economia inviati un anno fa al Comune di Bari. Nella relazione si contestano circa 50 milioni di euro spesi per i dipendenti comunali, in particolare per i dirigenti e per i componenti dello staff del sindaco». Lo afferma in una nota il coordinatore pugliese di Noi con Salvini, Rossano Sasso.
«E' emblematico - aggiunge - come in un periodo in cui si chiedono sacrifici ai cittadini, chiudono le saracinesche dei negozi ed aumentano le tasse comunali, al Comune di Bari vengano contestati ben 50 milioni di euro. Il sindaco Decaro farebbe bene, anzichè continuare a gestire allegramente le risorse pubbliche e poi prendersela con gli ispettori ministeriali, a chiudere i rubinetti». «Quei 50 milioni spesi in più e contestati dal ministero - conclude Sasso - suonano come uno schiaffo ai baresi che ogni giorno devono fare i conti con le tasse e i balzelli di questa amministrazione. Ci auguriamo che una volta accertate definitivamente eventuali responsabilità, chi ha sbagliato paghi e restituisca il maltolto. i baresi non vedono l’ora».