di Mario Borraccino
BARLETTA - Un giorno potrà comunque raccontare di esserci stata. Di aver preso parte ai 10000 metri femminili più veloci di sempre, quelli che hanno riscritto la storia dell’atletica leggera. Una caduta nella parte iniziale della gara, però, ha impedito a Veronica Inglese di conquistare un piazzamento di prestigio alla prima esperienza a cinque cerchi della carriera. La mezzofondista barlettana, infatti, ha concluso in trentesima posizione ieri pomeriggio la sua prova alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. È partita piuttosto bene viaggiando a ritmi elevati. Il fuori-programma dopo il secondo chilometro, poi, ha totalmente stravolto i suoi piani costringendola ad una proibitiva prova in rimonta. “Le sensazioni iniziali erano molto buone – ha ammesso la portacolori dell’Esercito Italiano – e per i primi giri stavo correndo anche più veloce del mio personale. La sfortuna, purtroppo, mi ha giocato un bruttissimo scherzo: un’atleta davanti a me è caduta ed io non sono riuscita ad evitarla. Ho perso una decina di secondi, ma soprattutto l’inconveniente ha spezzato il mio ritmo.” E proprio in quel momento, inutile nasconderlo, la barlettana ha perso il “treno” che l’avrebbe condotta verso un piazzamento a ridosso della top-10. “Ci ho provato lo stesso – ha aggiunto l’unica atleta della Bat presente a Rio de Janeiro 2016 – ma era francamente difficile ipotizzare una notevole rimonta, in quanto avrei dovuto correre più veloce delle mie avversarie e di quello che già stavo facendo prima della caduta. Mi dispiace tantissimo perché era una buona occasione per portare a casa un buon piazzamento. Mi sentivo bene e potevo ambire ad un posto tra le prime quindici. Molte atlete che mi sono arrivate davanti, d’altronde, le ho sempre battute.”
ORO ETIOPE - La medaglia d’oro è andata ad una superlativa Almaz Ayana: l’etiope, con il tempo di 29’14“45, ha frantumato il vecchio primato mondiale (29’31“78) della cinese Wang Junxia, che resisteva dal 1993. A completare il podio la keniana Vivian Jepkemoi Cheruiyot (29“32“53) e l’altra etiope Tirunesh Dibaba (29’42’56), quest’ultima campionessa olimpica sulla distanza a Pechino 2008 e Londra 2012. Veronica Inglese ha concluso la sua fatica con il tempo di 32’11“67, distante poco più di trenta secondi dal personale di 31’37“43 con cui ha conquistato il sesto posto lo scorso mese agli Europei di Amsterdam. “Sono ugualmente contenta – ha concluso la barlettana – di aver vissuto questa splendida esperienza. È stata un’emozione incredibile entrare in uno stadio bellissimo e così pieno di gente. Ci vediamo tra quattro anni in Giappone.”
IL FUTURO - Il piazzamento di Rio non può cancellare il suo eccezionale 2016, in cui ha vinto due argenti (individuale e a squadre) nella mezza maratona agli Europei di Amsterdam e conquistato sui 5000 metri il quarto titolo assoluto della carriera. Il 2017, infine, sarà quello del suo esordio nella maratona, la gara che Veronica Inglese ha intenzione di correre a Tokyo 2020.