VALERIO CONVERTINI
Sono cominciati ieri i lavori per lo sblocco della statale 172, la strada che collega Locorotondo a Martina Franca chiusa dal 12 febbraio per problemi strutturali. Gli operai sono al lavoro per realizzare una bretella alternativa che consentirà il transito dei mezzi. Il suolo interessato dall’opera è solamente uno, per cui la procedura di esproprio non ha subito ritardi. Secondo le previsioni, servirà poco più di un mese per inaugurare il nuovo tratto stradale e riaprire il traffico tra i due centri della Valle d’Itria.
Nelle scorse settimane si sono intensificati gli incontri fra Regione, Procura di Taranto e Anas. Il tavolo tecnico ha portato i frutti. Il procuratore capo di Taranto, Carlo Capristo, e il sostituto Lanfranco Marazia hanno dato il via libera alla realizzazione del by-pass per superare il tratto della Martina-Locorotondo inibito al traffico. La Procura tarantina ha ritenuto il progetto della bretella, presentato dall’Anas, come «l’unica opzione concretamente percorribile». Il nuovo tratto sarà lungo 203 metri e costeggerà l’attuale carreggiata sotto sequestro, prima di sbucare all’altezza della stazione di servizio nei pressi del blocco. «Si è deciso concordemente con Anas - aveva spiegato il presidente Michele Emiliano - di realizzare una bretella sostitutiva del tratto di strada sequestrato per snellire l’intenso traffico veicolare. Anas ritiene di poter terminare i lavori entro 5 settimane».
Il sequestro della statale - va ricordato - è stato causato dal precario funzionamento del depuratore di Martina Franca che funziona male e peraltro scarica nel sottosuolo. Liquami e acque non depurate finiscono nei suoli che confinano con la 172, e ne hanno determinato il cedimento parziale e il pericolo di crollo. Questa almeno l’opinione dei periti nominati dalla Procura di Taranto, che ora intima alla Regione di costruire un recapito alternativo dei reflui «in un’area che da un lato non presenti gli attuali profili di interferenza con la struttura viaria in sequestro e dall’altro sia strutturalmente idonea a recepire il flusso delle acque provenienti dal depuratore». In soldoni: la bretella in costruzione è provvisoria, in attesa del ripristino della strada statale. Ma i magistrati tarantini non consentiranno la riapertura definitiva se prima non verrà risolta la grana del depuratore e dello scarico delle acque nere. E qui la partita è in mano ad Acquedotto Pugliese, ma da 10 anni vede contrapposti il Comune, i comitati locali e la Regione.
Il by-pass, intanto, servirà almeno a snellire il traffico che oggi invade le stradine di campagna. Ma un po’ di rabbia pervade l’animo dei cittadini della Valle d’Itria, convinti che, con un po’ più di attenzione, il problema si sarebbe risolto prima.