BARI - La proposta di una legge speciale per le ferrovie del Sud fa discutere il mondo politico e fa breccia anche nel governo. L’idea lanciata ieri dal direttore dalla «Gazzetta», Giuseppe De Tomaso, all’indomani della tragedia di Andria e delle polemiche sulla lentezza degli investimenti infrastrutturali ha dato impulso a una discussione all’interno della maggioranza sull’intera questione del trasporti nel Sud e in particolare sulla linea adriatica.
Nel Pd, e non solo tra gli esponenti meridionali, c’è infatti qualcuno convinto che sia necessario dare un segnale di attenzione. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, fa sapere che si interesserà della questione, come del resto ha già fatto riferendo alla Camera sui dettagli dell’incidente.
Certo, dicono del ministero, il nodo principale è la lentezza degli investimenti da parte delle Regioni del Mezzogiorno, che spesso non hanno brillato per efficienza (la Puglia, va però notato, ha raggiunto punte di oltre il 95% nell’utilizzo dei fondi strutturali).
Ma il problema del binario unico è ritenuto un falso problema, perché i sistemi tecnologici sono in grado di rendere sicure anche linee a unico binario, come dimostra lo standard delle reti gestite da Rfi.
«La sicurezza – aveva infatti detto Delrio - non è garantita dalla presenza dei due binari: è la capacità che è garantita dalla presenza di due binari. Anche binari unici sono molto sicuri, quando sono applicate tecnologie avanzate».
Ecco perché il ministro Delrio è intenzionato a proseguire per la strada già tracciata: altri 1,8 miliardi di fondi Fsc per lo sviluppo delle ferrovie del Sud, e – soprattutto – l’unificazione delle reti ex concesse sotto l’ombrello dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Non si tratta di una questione formale. Il passaggio sotto la competenza dell’Ansf è previsto per le reti connesse alla rete nazionale Rfi, e dunque per le linee ex concesse dotate – oltre che di un punto di collegamento – anche dei sistemi di sicurezza di ultima generazione capaci di dialogare con i treni.
Per arrivare a questo obiettivo di unificazione sono necessari finanziamenti, progetti e lavori. Non si tratta – spiegano dal ministero – di un obiettivo che si potrà raggiungere in pochi mesi, anche per la complessità del panorama delle linee ex concesse (non tutte, peraltro, hanno la possibilità fisica dell’interconnessione). Ma in questa strategia avrà un ruolo Rfi, che darà supporto alle linee regionali nello sviluppo della sicurezza.
«Abbiamo presentato il decreto attuativo della direttiva “Recast” – ha spiegato Delrio - l’abbiamo presentato all’attenzione della Conferenza delle Regioni per fare in modo che diverse linee diventino con la classificazione di interoperabilità. Questo per consentire a RFI di investire, di aiutare negli investimenti tecnologici e in sicurezza».
Da anni il nostro giornale è impegnato per rendere più veloce, moderno e sicuro il sistema dei trasporti nel Mezzogiorno e in Puglia in particolare. Proprio a Delrio, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il direttore della Gazzetta e il collega Giuliano consegnarono le decine e decine di miagliaia di firme per i treni più veloci al Sud. Delrio, in quell’occasione, ricordò gli stanziamenti già fatti per i lavori fra Lesina e Termoli.
DOMANI I FUNERALI AD ANDRIA - Si terranno domani, alle ore 11, nel palazzetto dello sport di Andria in viale Germania i funerali di quasi tutte le vittime dell’incidente ferroviario avvenuto martedì. Alcune famiglie potrebbero scegliere le esequie private. Si sta cercando, in queste ore, di rispettare prima di tutto la volontà e i desideri dei famigliari delle vittime, alcuni dei quali non accettano una cerimonia pubblica o di Stato.
I funerali della «maggior parte» delle 23 vittime dell’incidente ferroviario avvenuto in Puglia si celebreranno alle ore 11 di sabato 16 luglio al palazzetto dello sport di Andria. Lo ha detto ai giornalisti il sindaco di Andria, Nicola Giorgino. «I funerali della maggior parte delle vittime - ha precisato - si svolgeranno ad Andria: qui si celebreranno anche i funerali della vittima di Barletta, di quelle di Corato e Ruvo. Credo siano pochi i casi di chi vorrà fare il funerale per conto proprio». «Alcuni - ha concluso - presumo faranno ritorno presso le loro città di origine. Come la vittima Di Costanzo, che è di Bergamo».
In una lunga riunione di coordinamento ieri sera in Prefettura a Barletta si era già delineato un canovaccio: la volontà dei comuni di Andria e Corato, colpiti dalla tragedia, era stata espressa dai sindaci Nicola Giorgiono e Massimo Marzilli. Ma prima di tutto è stata data importanza a ciò che desiderano le famiglie: sono i loro bisogni ciò che sta più a cuore alle istituzioni pugliesi e si farà di tutto per rispettarli.
La cerimonia funebre sarà presieduta dal vescovo diocesano di Andria, Canosa e Minervino, Luigi Mansi. «La Diocesi di Andria - si legge in una nota del Comune - ha deciso di celebrare nel Palasport il rito funebre delle vittime del disastro, ad eccezione di quelle, al momento quattro, i cui familiari hanno deciso di portare i loro cari nei comuni non pugliesi di residenza o di non partecipare alla cerimonia collettiva».
Con l’ausilio del Comune e delle forze dell’ordine si stanno definendo in queste ore - fa sapere il Comune - «tutti i dettagli necessari ad assicurare la partecipazione all’evento, non solo dei famigliari diretti e dei parenti, come è evidente, ma anche degli amici e di quanti lo vorranno, in considerazione del prevedibile notevole afflusso».
Il Comune di Andria rende noto anche i riferimenti per chi abbia necessità di informazioni riguardanti la cerimonia funebre: stampa@comune.andria.bt.it/0883/290213-224-313/cell. 333.2908503.