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Inchiesta petrolio lucano
ex ministro di nuovo dai pm

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

federica guidi

Non è indagata. Ascoltata il 7 aprile aveva sostenuto di aver chiarito ogni aspetto della vicenda e di essere "parte offesa» nel procedimento

Giovedì 16 Giugno 2016, 14:41

20:25

POTENZA - L’ex ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, è tornata a Potenza dopo quasi due mesi e mezzo dal primo incontro (era il 7 aprile) con i magistrati che coordinano l’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, per essere nuovamente ascoltata dai pm. Stesso copione della prima volta: arrivo in una monovolume con i vetri oscurati, ingresso e uscita da un portone sul retro senza parlare con i giornalisti, e tre ore trascorse in Procura come persona informata sui fatti.

Ma nei 71 giorni che separano le due trasferte lucane dell’ex ministra, l’inchiesta é proseguita con una ventina di interrogatori (che hanno fornito ai pm Laura Triassi e Francesco Basentini nuovi elementi sulla gestione del greggio). Tra cui quello dell’ex compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, anch’egli transitato negli uffici del Palazzo di Giustizia potentino: ma la «gazzella» - come lo soprannominavano alcuni componenti della "cricca» - in Procura ci é arrivata passando dall’ingresso principale, davanti al plotone di giornalisti e telecamere pronti a registrare ogni sua espressione.

Come accadde il 7 aprile, quindi, l’ex ministra si é intrattenuta a lungo, circa tre ore, con i pm. E ha risposto con serenità alle tante domande: principalmente sui risvolti romani dell’inchiesta, con qualche accenno anche al filone siciliano su cui gli investigatori stanno ancora facendo luce (le indagini che riguardano le attività dell’Eni e la costruzione del centro Oli della Total, infatti, si sono già concluse).

Guidi non é indagata, ma é stata chiamata a fare nuova luce su quanto é emerso in questi 71 giorni, e probabilmente anche su alcuni elementi forniti dallo stesso Gemelli. Il 7 aprile, al termine del colloquio, fece sapere attraverso il suo staff di aver appreso «di essere persona offesa dal punto di vista giuridico», dicendosi quindi «sollevata» per aver avuto «la possibilità, in tempi così brevi, di chiarire questa vicenda».

Oggi, sempre accompagnata dai suoi collaboratori, ha lasciato il Palazzo di giustizia infilandosi rapidamente nella monovolume per lasciare Potenza, epicentro di una vicenda che dal 31 marzo le ha sconvolto la carriera politica, e probabilmente la vita. 

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