Sabato 06 Settembre 2025 | 12:41

Dal «boom» delle Regionali
alla delusione di Adelfia
la decrescita dei grillini pugliesi

 
antonella laricchia

Martedì 07 Giugno 2016, 09:19

18:30

di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - C’è stato un tempo in cui Adelfia, 17mila anime in provincia di Bari, era l’ombelico del mondo grillino in Puglia. La città della candidata presidente della Regione, Antonella Laricchia: una volta, per dire, lì arrivarono pure i giornalisti stranieri. È passato un anno, sembra passato un secolo: nel 2015 il Movimento 5 Stelle era il secondo partito pugliese. Domenica scorsa la decrescita.

Prendiamo Adelfia, appunto. La biologa Francesca De Palma, 32 anni, candidata grillina, ha passato un mese in giro con la Laricchia. Il risultato è, a dir poco, sconfortante: appena 1.159 voti, pari all’11%, che tengono i grillini fuori dal ballottaggio e ai minimi termini nell’assise cittadina. Giusto per rigirare il coltello nella piaga, e per quanto conti un confronto tra mele e pere: alle Regionali del 2015, nel suo paese (Adelfia, appunto), la Laricchia prese 2.325 voti. Non sarebbero bastati per entrare nel ballottaggio, ma il confronto dice che in un anno i grillini hanno dimezzato le loro preferenze.

Insomma, checché ne dicano i comunicati ufficiali, è stato un disastro. Se il Pd piange, il grillino certamente non ride. Appena due candidati ai ballottaggi: Noicattaro, che è effettivamente un bel risultato, e Ginosa (dove sono dentro per 60 voti). Appena 30 consiglieri comunali. Nessun candidato sindaco grillino, in Puglia, risulta essere il più suffragato. Anzi sì, uno, ed è pure «abusivo»: Leonardo De Matthaeis, eletto ad Alberona in una lista che non ha ottenuto la certificazione del sacro blog pur riportando le cinque stelle nel simbolo. Un risultato che aggiunge la beffa al danno. E di danni ce ne sono tantini. A Gioia del Colle, Comune azzerato per tangenti, dove - a lume di naso - il voto di protesta avrebbe dovuto convergere sui grillini, il candidato Vito Lovero ha portato a casa un triste 5%. A Nardò, la percentuale è dell’8%. A Palo del Colle, altro centro in cui hanno battuto tanto su «onestà» e «moralità», il 7%. E a Triggiano, dove i grillini hanno probabilmente contribuito alla sconfitta del candidato Pd, Adolfo Schiraldi, denunciandone lo status di imputato (tanto che Michele Emiliano ha disertato il suo comizio conclusivo), il candidato locale Michele Mastrolonardo è al 6,90% e guarderà i consigli comunali dalla tribuna. Un disastro vero.

Certo, ci sono gli ottimi risultati di Stefano Alparone a Brindisi e Raffaele Trisciuzzi a Fasano: entrambi sfiorano il 20%. Ma il Movimento non aveva candidati, per dire, in Comuni importanti come Grottaglie, Gallipoli e Massafra. E questa presenza a macchia di leopardo sicuramente non ha aiutato l’elettore.

Si può dire che sia finito l’effetto grillino? Probabilmente no, o comunque si tratta di un trend valido a livello nazionale. Può dipendere allora dai candidati, visto che nelle amministrative di norma il voto di opinione pesa meno rispetto alle politiche? Anche questo è vero fino a un certo punto: alle Comunali di Bari, nel 2014, gli esordienti grillini portarono a casa un 7,53% che ne fece la seconda forza di opposizione nelle urne. Probabilmente il limite è nel messaggio, o meglio nella percezione che il cittadino ha dell’azione politica: nell’ultimo anno i Cinque Stelle pugliesi non hanno brillato e a volte hanno mostrato di essere più vicini alla vecchia politica di quanto siano disposti ad ammettere.

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