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Ilva, offerte di acquisto
slittano al 23 giugno

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Ilva

L'Ilva

Resta ferma «inderogabilmente» la data del closing dell’operazione fissata per decreto al 30 giugno 2016

Venerdì 20 Maggio 2016, 19:23

21:12

Quanto vale l’Ilva? E’ la domanda che si stanno facendo in tanti da diversi mesi. Non solo, come è ovvio, gli investitori che sono in gara per l’acquisizione dell’Ilva e per saperlo hanno fatto una due diligence. Ma anche il Governo vuole sapere quanto vale il gigante d’acciaio che sta per vendere (o dando in affitto). Gigante che un giorno sembra avere tutte le potenzialità per poter generare ricchezza e un giorno sembra un mostro inquinante destinato a sprofondare sotto una mole di debiti, cause civili e penali, nonché procedure europee di infrazione.

Per rispondere nel modo più oggettivo a questa domanda lo scorso 10 maggio con un decreto del Mise è stato dato incarico alla banca d’affari Leonardo di fare una perizia sul valore del gruppo Ilva. La decisione è stata maturata durante l'interim del Presidente del Consiglio al Ministero per lo Sviluppo Economico e prevede che il consulente abbia 30 giorni per portare a termine la perizia. A questo punto - afferma una fonte vicina ai commissari straordinari - Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba hanno deciso di differire dal 30 maggio al 23 giugno la presentazione delle offerte vincolanti, dando così più tempo ai concorrenti per fare le loro valutazioni anche alla luce della perizia voluta dal Governo. Secondo le stesse fonti resta ferma «inderogabilmente» la data del closing dell’operazione fissata dal decreto 191 al 30 giugno 2016. E’ la seconda volta che i Commissari decidono di spostare il termine delle offerte che era stato fissato la prima volta al 23 maggio, poi spostato al 30 maggio ed ora al 23 giugno. Dilazioni che stanno lasciando spazio ai rumor e alle indiscrezioni. "L'obiettivo della procedura è di ottenere il miglior piano industriale e il miglior prezzo di acquisto» afferma  la stessa fonte, per questo l’iter delineato nel bando di gara dà grande flessibilità alle società coinvolte.

Le cordate, ad esempio, come previsto dalla lettera di procedura, dovrebbero essere formalizzate entro il 23 maggio, ma il bando consente di modificare le cordate e di accogliervi anche soggetti che non hanno presentato manifestazione di interesse (come nel caso della Delfin di Leonardo Del Vecchio) quindi il termine del 23 è solo ordinatorio non perentorio e non limita la libertà dei bidder nel continuare a strutturare le alleanze definendo il progetto industriale in vista dell’offerta. Al momento risulta certa solo l’alleanza Arcelor Mittal-Marcegaglia, un tandem aperto anche ad altri investitori ma disposto anche a far da soli, cioè senza l’intervento di Cassa Depositi Prestiti il cui appoggio resta comunque auspicabile. L’altro grande competitor è il gruppo Arvedi che dovrebbe presentare un piano industriale fortemente innovativo con l’utilizzo anche di forni elettrici (a minor impatto ambientale) da affiancare al ciclo a caldo (che però secondo gli esperti darebbe un acciaio di migliore qualità). Il gruppo turco Erdemir finora è stato dato in collegamento con Arvedi, ma mancano conferme ufficiali. Resta la grande incognita Cassa Depositi Prestiti che in questi giorni ha incontrato tutti i principali bidder ed esaminato i progetti industriali. Secondo fonti vicine al dossier sembra difficile che già lunedì Cdp possa ufficializzare la propria scelta definitiva.

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