di Francesco Casula
TARANTO - Rischia una condanna a 2 anni di reclusione per abuso d’ufficio il direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino, finito sotto processo a Taranto per la realizzazione di quello che fu presentato come il più grande impianto fotovoltaico pugliese, realizzato a Palagianello dal gruppo italo-spagnolo 9 Ren. All’epoca dei fatti Pellegrino, poi nominato capo di gabinetto del presidente Nichi Vendola, era a capo del Servizio energia della Regione. Il 24 dicembre 2009 - secondo la ricostruzione del pm Remo Epifani - avrebbe rilasciato l’autorizzazione in violazione del regolamento del Comune di Palagianello (le aree erano appartenenti al demanico civico comunale) e senza effettuare la valutazione della compatibilità tra l’insediamento e le caratteristiche dell’area.
Il pm Epifani ha chiesto anche la condanna a 3 anni di reclusione per il sindaco di Palagianello, Michele Labalestra, a 4 anni per l’allora assessore all’agricoltura e alle energie alternative Marco Natale, 3 anni per la madre dell’ex assessore Anna Greco, 1 anno per il tecnico comunale Angelo Maggi e 1 anno e 6 mesi per il capo del settore tecnico del comune di Palagianello, Antonio Dattis. Chiesta l’assoluzione per il dirigente Orazio Milani.
L’accusa ritiene che l’impianto di Palagianello, che sviluppa una potenza di 8 megawatt, sia sorto su terreno demaniale a differenza di quanto sostenuto dal gruppo italo-spagnolo 9 Ren che invece dichiarò di aver stipulato un contratto con i legittimi proprietari dei suoli. Il processo è nato dall’esposto del consigliere comunale di opposizione ed ex parlamentare Paolo Rubino.
Nell’udienza di ieri hanno preso la parola anche i legali delle parti civili tra cui queli l’ex procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. La sentenza potrebbe arrivare il prossimo 23 maggio al termine della discusione dei difensori degli imputati. «Sono assolutamente tranquillo», il commento di Pellegrino.