BARI - Sono ancora una volta la prudenza e il ricordo di scottanti delusioni a sospendere le emozioni dei parenti del marò barese, Salvatore Girone. Anche quando il premier Renzi conferma la notizia che, dopo quattro anni in cui è stato trattenuto in India, il fuciliere potrà aspettare in Italia il giudizio del Tribunale internazionale sul caso che, dal 2012, lo vede coinvolto con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre.
«Il Governo - precisa il Ministero degli Affari esteri - ha lavorato per sottoporre l’intera vicenda all’arbitrato internazionale e, in questo quadro, riportare a casa i due Fucilieri di Marina. L’ordinanza annunciata apre la strada a questo risultato. Si tratta quindi di una buona notizia per i due Fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal Governo e dai nostri legali. Il Governo conta su un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle fasi successive e di merito della controversia», prosegue la nota.
«La decisione del Tribunale de L’Aja recepisce le considerazioni legali e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto conto della prevista durata del procedimento arbitrale. Il Governo - sottolinea la Farnesina - avvierà immediatamente le consultazioni con l’India affinché siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del Tribunale arbitrale. Il Governo sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del Sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all’Italia o all’India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie», conclude la Farnesina. Le condizioni saranno concordate tra Italia e India.
A informare il papà di Salvatore, Michele Girone, che suo figlio potrà tornare a casa sono per primi i giornalisti: «Se la notizia è vera - dichiara emozionato - sono strafelice, è una cosa meravigliosa». Non ha dubbi, invece, il figlio di Salvatore, l’adolescente Michele, che su Facebook scrive: "2-5-2016. L’incubo finisce».
Eppure, quando il sole sembra rispuntare in casa Girone, dall’India arrivano parole gonfie di pioggia: il governo afferma che dovrà essere la Corte Suprema indiana a stabilire le condizioni della libertà provvisoria di Girone, e che queste saranno legate alle garanzie che l’Italia offrirà sul rientro del marò se la competenza sul caso spetterà a Nuova Delhi. I telefoni dei parenti di Girone squillano a vuoto. E anche quando sua moglie Vania risponde, chiede di lasciarle «condividere le emozioni prima con la famiglia: ora - dice - voglio soltanto attendere Salvatore qui».
Un sentimento in comune con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che in un sms a Girone scrive: «Ti aspettiamo, amico mio». Il primo cittadino precisa di aver saputo la notizia da sua figlia, che va a scuola con il figlio di Girone. «In un messaggio più bello del solito», racconta Decaro, Giorgia mi ha scritto: «Salvatore torna...con tanti cuoricini di quelli che lei usa quando è felice!».
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, da sempre vicino alle famiglie dei fucilieri, sottolinea che «tutta la Puglia gioisce per questa notizia straordinaria». Il governatore ricorda che «la battaglia giudiziaria continua», ma che «Salvatore stava solo facendo il suo dovere su ordine del nostro Paese, su una nave che aveva bisogno di protezione».
Intanto la felicità dei sostenitori dei marò esplode sulla pagina Facebook di Vania: «Finalmente - scrivono in tanti - anche il secondo Leone torna a casa»; mentre altri sperano che «da oggi sia sempre arcobaleno: crederci sempre, arrendersi mai».
Sull'account Twitter di Girone resta invece l’ultima speranza, quella del 25 aprile di due anni fa, quando Salvatore esprimeva «l'auspicio che presto possa avvenire la Nostra Liberazione». E chissà che quel giorno non sia più così lontano. (di Vincenzo Chiumarulo, ANSA)