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Emiliano: non sarò l'anti-Renzi
«Tempa Rossa?
Un regalone ai petrolieri»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Emiliano e Renzi

Quanto al referendum del 17 aprile sulle trivelle, il presidente della Regione Puglia ha spiegato che «bisogna votare 'sì' perchè non esiste nessuna autorizzazione pubblica al mondo nel nostro ordimento che sia infinita

Lunedì 04 Aprile 2016, 11:46

13:11

BARI - «Io non mi candiderò alla segreteria del Partito democratico, lo ripeto per duecentesima volta, mi limiterò a fare gli interessi della mia regione rompendo le scatole a chiunque si comporti in maniera contrastante con gli interessi e i diritti della Puglia». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo in televisione a Maurizio Belpietro.
«Io - ha ribadito Emiliano - non mi devo candidare come anti-Renzi. C'è questo sospetto? In questo Paese, quando qualcuno agisce secondo coscienza, e fa il suo dovere per la regione che rappresenta, è talmente strano che qualcuno pensa che ci sia un secondo fine».
Emiliano ha anche spiegato che «sulle politiche energetiche non c'è nessun contatto» con il governo. «Io - ha aggiunto - vorrei solo parlare con questo governo perchè, come è noto, il referendum e tutti questi pastrocchi sono nati dalla decisione del governo di non parlare con le Regioni. Non ne abbiamo mai avuto la possibilità: nè su Tempa Rossa, nè su Tap, cioè il gasdotto che pure sta arrivando in Puglia; non si può parlare dell’Ilva, della decarbonizzazione delle aziende alimentate a carbone».

Quanto al referendum del 17 aprile sulle trivelle, Emiliano ha spiegato che «bisogna votare 'sì' perchè non esiste nessuna autorizzazione pubblica al mondo nel nostro ordimento che sia infinita: un tempo - ha ricordato - esistevano i cosiddetti diritti di superficie eterni, poi entrò in vigore una legge che stabilì che nessuna autorizzazione su suolo pubblico può essere senza limite, doveva avere un minimo durata». «Invece - ha concluso - le uniche autorizzazioni pubbliche senza durata sono oggi quelle per i petrolieri. Perchè deve essere così? Questo è l'oggetto del referendum». 

TEMPA ROSSA? NON E' UN'OPERA PUBBLICA - Renzi «non ha ragione: c'è un errore politico gravissimo nel confondere un’opera privata con un’opera pubblica, nel consentire alle opere private di saltare le Regioni e quindi di non negoziare neanche le compensazioni ambientali», ha spiegato Emiliano parlando del progetto Tempa Rossa. Renzi, ha chiesto il giornalista, dice che bisogna sbloccare le opere pubbliche. «Questo va benissimo per un’opera pubblica non impattante - ha risposto Emiliano - ma non per un’opera privata come Tempa Rossa. Il presidente, dal mio punto di vista, viene informato poco e male, è questo il punto. Perchè tutte queste strategie venivano concepite in quel ministero dove era la Guidi, e le questioni gli venivano riferite in modo diverso». «Fermo restando - ha proseguito Emiliano - che le Regioni hanno consentito fino ad oggi, con le leggi in vigore, di fare tutti i pozzi di petrolio esistenti. Non li hanno impediti, ma li hanno resi molto sorvegliati, severamente autorizzati e soprattutto li controllano nella loro vita. E qui veniamo al quesito referendario del 17 aprile».

Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’emendamento su Tempa Rossa al centro dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi ha tolto alle Regioni la possibilità di parola sull'opera, ad esempio «sulle compensazioni ambientali», e ha fatto «un regalone ai petrolieri».
«Io - ha detto Emiliano - sono il presidente della Regione Puglia, la regione che deve subire l’opera, cioè l’oleodotto che deve arrivare nel porto di Taranto partendo dalla Basilicata, oggetto dell’emendamento Guidi: un’opera privata - ha precisato - non pubblica». «Come succede quando un vicino di casa costruisce un impianto industriale e poi ha bisogno di passare dal tuo terreno per farlo funzionare - ha rilevato - bisogna mettersi d’accordo. Non è solo questione di denaro».
«Stabilito che lì i pozzi li hanno già costruiti e che bisogna passare dalla Puglia, perchè altrimenti al mare non si arriva - ha aggiunto - la legge precedente consentiva alle Regioni di affrontare questa discussione e di ottenere in cambio le cosiddette compensazioni ambientali che servivano ovviamente a ridurre il danno, e a essere impiegate per opere di contenimento e mitigazione del rischio». «L'emendamento - ha concluso - toglie questo potere alle Regioni e hanno fatto un regalone ai petrolieri».

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