Michele Cozzi
Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, ieri ha visitato la sede della Gazzetta del Mezzogiorno. Presidente, sul caso Guidi, il M5S presenta una mozione di sfiducia per tutto il governo. Che ne pensa?
«Il M5S presenta una mozione di sfiducia ogni quindici giorni. Anche in questo caso, non è che abbia senso dal momento che il ministro si è già dimessa. È un modo improduttivo di fare opposizione che non dà alcun risultato».
La sinistra del Pd chiede di fare chiarezza. Può rappresentare questa vicenda un’altra variabile dello scontro interno?
«Non credo proprio. Non mi sembra che ci sia un motivo di contendere. L’esigenza e la richiesta di chiarezza è di tutti. C’è l’indagine della magistratura che rispettiamo. C’è anche il gesto molto chiaro del ministro che si è subito dimessa. Nel merito dell’emendamento, sosteniamo la correttezza di quella norma. Che è utile perché permette un investimento importante che il Paese portava avanti da lunghi anni e che finalmente viene sbloccato per il suo completamento».
Non crede che il tema del conflitto d’interessi sia stato un po’ sottovalutato?
«Se fosse stata in vigore la legge sul conflitto d’interessi che abbiamo già approvato alla Camera e che è stata invita al Senato, questa situazione non si sarebbe generata».
In che modo?
Perché il conflitto d’interesse, palese, di un compagno o compagna del responsabile istituzionale, che svolge un’attività tipica di uno specifico ministero, sarebbe emerso e sarebbe risultato come causa di incompatibilità».
Comunque, le relazioni della famiglia Guidi erano già note. Non crede?
«Sono convinto che le attività della famiglia Guidi non si sono mai intrecciate con quelle del ministro Guidi. Credo che il ministro sia stata molto attenta e prudente a non condizionare le scelte dell’Enel. Cosa che non avrebbe nemmeno potuto fare. Il ministro ha fatto bene il suo mestiere per un lungo periodo, poi ha commesso un errore che giudico grave. Un errore che ha condizionato, giustamente, la sua scelta di fare un passo indietro».
Per la successione, Renzi terrà aperta la porta alla parte meno ostile dell’opposizione interna?
«Renzi terrà conto della competenza».
Nessuna logica di equilibri interni?
«Non è un elemento di valutazione. Un ministro si sceglie in base alla competenza e alla professionalità».
La prossima Direzione del Pd: ci sarà la resa dei conti?
«Noi siamo un partito democratico. Un’ accezione che nessun altro usa in questo Paese. Partito significa organizzazione e strumenti di gestione interna e democratico vuol dire che discutiamo e quindi è normale che ci siano posizioni diverse. Noi stiamo governando e stiamo realizzando il nostro programma, anche quelle parti che sembravano più complesse. Ricordo la legge elettorale, la riforma costituzionale, la riforma della scuola».
Referendum costituzionale: Renzi lega il suo futuro politico all’esito elettorale. Non è pericolosa questa eccessiva personalizzazione?
«Non è stato Renzi a personalizzare la vicenda. Questo governo si caratterizza per essere il governo che fa le riforme, in particolare quella costituzionale. Se l’esito dovesse essere negativo, è evidente che si costruisce una personalizzazione su cui abbiamo messo la faccia fino in fondo. Il premier per primo. Il fallimento della riforma costituzionale non può essere considerato ininfluente».
Però le forze contrarie alla riforma potrebbero coalizzarsi per colpire Renzi. Che ne pensa?
«Ci sono gli italiani che devono valutare le promesse di trent’anni di politiche di centrosinistra e di centrodestra di fare le riforme, e di non farle mai, di ridurre il numero dei parlamentari e non farlo mai, di affrontare il problema del bicameralismo. Gli italiani si esprimeranno sul merito».
Il referendum sulle trivelle potrebbe rafforzare Emiliano?
«La nostra non è una battaglia personale verso Emiliano. Noi abbiamo una posizione chiara, che è quella di un governo e di un partito nazionale di difendere le scelte fatte».
E nel merito del referendum, che dice?
«Questi referendum hanno una genesi non semplice. Ci sono stati quesiti che hanno indotto il Parlamento a modificare la legge. E così siamo tornati indietro su alcuni aspetti che erano stati scritti dai governi precedenti».
E sul quesito su cui si voterà?
«È oggettivamente un quesito in cui non si discute di ambiente o di nuove trivellazioni. Il contendere è se sfruttare fino in fondo investimenti già fatti, nel rispetto delle norme di sicurezza ambientale. Noi pensiamo che sia giusto proseguire sulla strada degli investimenti già effettuati».
Emiliano si differenzia spesso da Renzi. Sembra un’anomalia anche in confronto a ciò che accade in altri Paesi a democrazia avanzata. Penso alla Germania. Che ne pensa?
«Ad ogni richiesta della Puglia, la risposta è stata positiva. E siamo intervenuti anche quando questa richiesta non c’è stata. Faccio il caso delle Ferrovie Sud-Est, su cui abbiamo fatto il commissariamento, scoperchiando un’indecenza che è sotto gli occhi di tutti».
Per Emiliano la responsabilità è del governo. Come replica?
«Non colpevolizzo Emiliano. Dico solo che il governo è intervenuto prima che arrivasse la richiesta della Regione. Poi, il governo è intervenuto con grande efficacia, in sinergia con la Regione, sull’Ilva».
Lei sta andando a Noicattaro con la Sud-Est. Va a vedere personalmente la qualità del servizio?
«Il disastro sta nella constatazione che non sono mai mancati i fondi. La questione è che i soldi sono stati usati per altro, o sono stati mal spesi nel migliore dei casi. Lo scandalo è questo. Il commissario sta lavorando per uscire da questa situazione e garantire un servizio civile ai cittadini».
Ma c’è anche il capitolo in cui la distanza tra Emiliano e governo è netta.
«Sulla riforma della scuola, Emiliano ha assunto una posizione contraria a quella del governo. Sbagliando, come i fatti hanno dimostrato».
Emiliano dichiara continuamente di non essere in corso per la segreteria del Pd. Sta bleffando?
«La questione non è all’ordine del giorno».
La sinistra del Pd sta affilando le armi per liberare il partito da Renzi l’Usurpatore?
«Guai se non ci fosse una minoranza nel partito, ed è giusto che abbia una voce critica. Poi c’è un confine tra la voce critica e il martellamento dei propri alluci. Quando si supera il confine dallo scontro interno alla demolizione del proprio partito, allora si crea dei danni che ricadono su tutti. Il congresso non è all’ordine del giorno».
C’è il rischio scissione?
«Ho visto tante scissioni: penso a quella del Pdl, ora sono quattro gruppi; poi quella di Sel, del M5S, quella della Lega, con il gruppo di Tosi. Non vedo alcuna scissione nel Pd e non la vedo nel futuro».
Potreste rivedere l’Italicum sul premio di maggioranza alla lista?
«No»
Nemmeno dopo l’esito delle amministrative?
«No. Credo di essere stato chiaro. L’Italicum è una legge che garantusce la governabilità. I governi del centrosinistra sono morti sulle coalizioni»»
Ma alcuni analisti dicono che alle Politiche, al ballottaggio, questo meccanismo potrebbe portare alla vittoria dei grillini. Avete preso in considerazone questo scenario?
«Che le leggi elettorali non si fanno guardando al proprio interesse, ma a quello del Paese. L’Italia ha bisogno di essere governato con un governo stabile. Noi abbiamo costruito queste condizioni»
Rosato (Pd): noi con la Puglia

Il capogruppo alla Camera: «Nessuna battaglia con Emiliano». «Sulle trivelle difendiamo le scelte fatte»
Sabato 02 Aprile 2016, 12:05