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Piano riordino, si salvano i reparti
«cattivi»: l'ombra della politica

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Piano riordino, si salvano i reparti «cattivi»: l'ombra della politica

Da Gallipoli a Bisceglie tutti i rebus della nuova organizzazione ospedaliera: il buco nella neonatologia nel nord barese

Martedì 08 Marzo 2016, 12:15

13:55

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

bariLa polemica si è spostata, prevedibilmente, sul territorio. Ma il vero banco di prova del riordino ospedaliero sarà l’esame romano, dove la delibera con cui la Regione ha riorganizzato i reparti verrà vivisezionata - decreti alla mano - dagli esperti ministeriali della Salute e dell’Economia. Oggi la giunta pugliese procederà a ri-approvare la delibera (il 29 febbraio sono infatti saltate dal documento le ultime due pagine con le tabelle di reumatologia e terapia intensiva neonatale), ma le scelte già sono chiare: e, in alcuni casi, viene fuori il dubbio che l’ingerenza della politica sia .

Partiamo dal nodo centrale, quello dei punti nascita. La Regione (si veda scheda a destra) ne vuole chiudere sei, che diventeranno 8 tra due anni. Tra quelli salvati c’è Gallipoli, nonostante dal punto di vista dei risultati sia il peggior reparto pubblico pugliese: appena 339 parti (per il Dm 70 andrebbe chiuso immediatamente) con il 51% di tagli cesarei primipari. Casarano, che di parti ne fa 424 con 20 punti percentuali in meno di cesarei, è invece stato chiuso ed accorpato al primo. Stesso discorso a Bisceglie: volumi ed esiti insufficienti (623 e 31%) ma il reparto resta aperto, seppur con un impegno «tecnico» alla disattivazione nel breve periodo.

Il Decreto ministeriale 70 lascia alle Regioni spazio per eccezioni in presenza di particolarità territoriali. La Puglia lo ha fatto spesso, vedi ad esempio per salvare l’ospedale di Lucera (che tanto, tempo tre anni, verrà chiuso dalla Asl a seguito del piano di rientro). Ma ad esempio San Severo ha perso l’emodinamica, che fa 170 procedure l’anno (lo stesso numero del Ss Annunziata di Taranto): il decreto ne chiede almeno 250, ma ora in provincia di Foggia ne resta una sola (Riuniti) oltre a quella di San Giovanni Rotondo. Eppure, in tema di eccezioni, è stata salvata la gastroenterologia di Manfredonia, che ha i tassi di occupazione peggiori di Puglia: appena 10 posti letto. Dal punto di vista economico non ha alcun senso, ha senso solo per «salvare» un primariato.

Altro tema, quello della neonatologia. La Bat, che nel verbale ministeriale del 19 gennaio è quella che ha ottenuto il maggior numero di critiche, non ha un solo posto letto di neonatologia così come il Nord Barese. Su una ideale cartina della Puglia ci sarebbe un «buco» da Bari San Paolo fino ai Riuniti di Foggia. Eppure sono stati garantiti 8 posti di neonatologia all’ospedale di Altamura (che dal punto di vista degli esiti oggi è tra i peggiori in Puglia), nonostante a 30 km ci sia il Miulli che ha invece uno dei migliori reparti d’Italia. Allo stesso modo, è stata fatta una eccezione per la cardiologia di Putignano (che non soddisfa il target di esiti e di volumi ministeriali), nonostante nella zona le alternative non mancano.

Sono tutte situazioni che andranno spiegate. Ma non si può fare a meno di notare che il 29 febbraio la riunione di giunta in cui è stato approvato il piano di riordino è durata oltre 3 ore, e i cambiamenti apportati alle tabelle sono stati talmente tanti da costringere gli uffici ad una riscrittura durata fino al giorno successivo. Gallipoli è il paese in cui si candiderà a sindaco il probabile successore di Emiliano alla segreteria Pd. Bisceglie la città dello «strappo» di Spina, sempre all’ombra del governatore. Soltanto coincidenze?

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