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Arriva a Bari «Cats»
il classico dall'anima... felina

 
Enrica Simonetti

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Enrica Simonetti

Arriva a Bari «Cats» il classico  dall'anima... felina

Attesissimo al Petruzzelli di Bari, dove andrà in scena dal 10 al 13 marzo (ben sei repliche, anche pomeridiane ore 15,30 il sabato e la domenica, biglietteria online BookingShow)

Lunedì 07 Marzo 2016, 15:39

di Enrica Simonetti

Se la poesia è quella indimenticabile di T.S.Eliot e la firma del musical è dell’intramontabile Andrew Lloyd Webber, è chiaro che Cats non può non essere un successo, uno di quegli spettacoli che restano nel cuore. Attesissimo al Petruzzelli di Bari, dove andrà in scena dal 10 al 13 marzo (ben sei repliche, anche pomeridiane ore 15,30 il sabato e la domenica, biglietteria online BookingShow), Cats sta raccogliendo applausi scroscianti e sold out in tutta Italia. L’altra sera, alla «prima» del teatro degli Arcimboldi di Milano, il pubblico ha accolto entusiasta la versione originale del musical più noto dei nostri tempi, che torna in questa tournée internazionale nella sua versione classica, quella che ha incantato dal 1981 ad oggi ben 73 milioni di spettatori.

Una versione con un delizioso Memory, il brano più famoso della colonna sonora del musical che si leva tra balli, acrobazie, passi di tip-tap, poesie declamate in coro ed effetti speciali folgoranti. Alle spalle, una scenografia d'artista, che rappresenta una discarica «gattara» sotto la luna piena, con una lavatrice gigante da una parte, un’enorme ruota al centro (che desterà sorprese mirabolanti) e una serie di costumi, parrucche e ogni diavoleria capace di trasportarci nel mondo fantastico della storia di Cats. Una storia nata per caso, anzi, originata come una scommessa impossibile, dato che quando Webber proponeva la sua idea di un musical sui gatti, affascinato com’era dai versi di Eliot che ascoltava da bambino, tutti gli rispondevano: «Bizzarro, ma non avrà mai successo!». E invece, dalla prima rappresentazione londinese del 1981 (per la quale Webber dovette ipotecarsi la casa) fino ad oggi, questo spettacolo è diventato un «classico» anche a Broadway e non finisce di stupire. Il rifacimento del 2014 ha variato pochissimo nell’impianto del musical: la prima cosa che colpisce è che il gatto un tempo vestito da «rocker» alla Elvis Presley è diventato un rapper, come in voga oggi. Ma poi basta osservare il «decano» dei gatti, Jellicle o il saggio Old Deuteronomy e le voci «graffianti» di tutti gli altri, per capire che il vecchio Cats è sempre lì e si propone di far conoscere ancora alle nuove generazioni un testo poetico e musicale che non si può ignorare.

A proposito, per chi debba portarci i bambini, è meglio raccontare prima la storia, quella della notte speciale dell’anno in cui tutti i gatti Jellicle s’incontrano al Ballo in cui il vecchio saggio sceglie e annuncia chi salirà al livello Heaviside per rinascere a nuova vita. Una trama semplice che parla di generazioni a confronto, di rispetto e di lealtà e che qui s’incrocia con le poesie, con le uscite tra il pubblico e con quella miscela di dramma e romanticismo che è questo musical. Ben 23 attori e ballerini sulla scena, con l9orchestra che suona dal vivo nascosta dietro le quinte, laddove si anima un vero «popolo» di costumisti, assistenti e tecnici (si pensi che solo l’attrezzatura di questo musical impegna sette Tir da 105 metri cubi).

Nel cast, con ben tre ruoli, un italiano, il bravissimo Greg Castiglioni, di madre inglese e di straordinaria verve: per la prima voltà c’è una parte italiana dedicata al melodramma nell'impianto delle canzoni «all English». L’esplosione di colori e di vitalità è tutt’uno con il ritmo della musica e delle acrobazie; colpisce il mix sapiente di opera, jazz, blues, senza che nessuna di queste note prenda il sopravvento sulle altre. Perché alla fine ciò che prevale è la poesia, l’occasione di non dimenticare un grande poeta. Appunto, Memory.

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