Un misterioso attentato incendiario ha distrutto la scorsa notte un centro sociale con annessa mensa per i poveri a Gioia del Colle. L'immobile, di proprietà del Comune, era stato consegnato a fine dicembre da Ladisa Spa, la holding della ristorazione che si occupa del servizio di refezione scolastica e che aveva realizzato l'opera nell'ambito di una gara pubblica.
A darne notizia, in una nota, è la stessa azienda sottolineanco che «la scorsa notte ignoti hanno dato fuoco al nuovo centro di ristorazione sociale con annesso centro di produzione pasti, realizzato da Ladisa Spa per conto del Comune di Gioia del Colle, nell'ambito di un progetto finalizzato anche all'assistenza dei bisognosi e al recupero sociale di persone svantaggiate. Era costato oltre 450mila euro. L'immobile, sottoposto a una radicale procedura di ristrutturazione, era stato consegnato a fine dicembre all'amministrazione comunale con tanto di attrezzature da cucina e arredi. Ladisa Spa, affidataria del servizio di ristorazione scolastica, lo avrebbe gestito per nove anni come da regolare gara aggiudicata tempo fa. E' in corso di valutazione la stima dei danni da parte dell'organo tecnico comunale».
Ma l'incendio non sarebbe un fatto isolato in quanto si tratterebbe dell'ultimo di una serie di episodi registrati nel giro di una settimana prima con «la rottura di un vetro dell'impianto, e due giorni fa con il furto dell'auto aziendale del responsabile del centro cottura di Gioia».
Ladisa spa, nel condannare fermamente l'accaduto e attendendo con fiducia l'esito delle indagini in corso da parte delle autorità, sottolinea che «è sua intenzione assicurare alla collettività gioiese la fruizione di tale struttura e in tal senso chiederà un incontro con il commissario prefettizio di Gioia del Colle. Se qualcuno intendeva intimidirci se ne faccia una ragione ma non ci arrendiamo - sottolineano Vito e Sebastiano Ladisa, gli azionisti proprietari dell'azienda - di fronte a simile e volgare affronti che colpiscono un progetto sociale e una struttura pubblica, la risposta non può che essere quella della legalità».