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Libano - D'Alema a Beirut, tour de force per superare impasse

 

Sabato 17 Novembre 2007, 00:00

19 Agosto 2025, 19:29

BEIRUT - Meno di un mese dopo l'ultima missione è iniziata stamane la nuova visita di Massimo d'Alema a Beirut, per incoraggiare i libanesi a trovare un successore al presidente Emile Lahoud, e quindi disinnescare una pericolosissima crisi che paralizza già da un anno il Libano, dove l'Italia ha un contingente di oltre 2.400 uomini nell'ambito della missione Onu dell'Unifil II, comandata dal generale Claudio Graziano.
Con un vero e proprio tour de force, dopo l'atterraggio ieri a tarda sera nella capitale, il ministro degli Esteri incontrerà oggi le principali cariche istituzionali e alcuni esponenti di quei partiti politici libanesi che il 21 novembre, dopo tre rinvii, dovranno eleggere il nuovo capo dello Stato, un cristiano maronita come prevede la divisione confessionale delle cariche nel Paese dei Cedri. Il nodo resta l'accordo su una candidatura condivisa tra la maggioranza filo-occidentale, e araba moderata, e l'opposizione pro-Damasco su chi sostituirà il filo-siriano Lahoud, il cui mandato scadrà il giorno 23.
D'Alema ha esordito incontrando il ministro degli Affari Sociali, Nayala Moawad, cristiana maronita e anti-siriana, cioè dello stesso blocco cui appartiene anche l'ex presidente Amin Gemayel, che vedrà dopo aver incontrato uno dei tre candidati ufficiali alla Presidenza della Repubblica, il generale Michel Aoun, maronita lui pure ma filo-siriano.

Dopo sarà la volta del capo della maggioranza anti-Damasco in Parlamento, Saad Hariri, figlio dell'ex premier Rafiq al-Hariri il cui assassinio, il 14 febbraio 2005, diede il via alla 'Rivoluzione dei Cedrì che portò al ritiro delle truppe siriane presenti nel Paese dal 1982.
Toccherà poi al presidente del Parlamento, Nabih Berry, sciita e leader di Amal, colui che con Hariri dovrà scegliere i candidati finali da sottoporre all'assemblea. Scelta che sarà compiuta sulla base di una lista definita dal patriarca Nasrallah Boutros Sfeir: l'appuntamento finale della giornata libanese di d'Alema, che vedrà prima anche il premier filo-occidentale Fouad Siniora al Palazzo del Gran Serraglio, e poi Samir Geagea, capo del partito anti-siriano delle Forze Libanesi.
Secondo la stampa locale, i candidati indicati dal cardinale Sfeir sono in totale sei: tre ufficiali, l'ex parlamentare Nassib Lahoud e Butros Harb, entrambi espressione della maggioranza, più il generale Aoun, appunto filo-siriano; e altri tre che sono Robert Ghanem, un avvocato, il banchiere Joseph Tarabay e Damianos Kattar, ex ministro delle Finanze.
Giuseppe Santulli

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