«La Soyuz ha fatto un atterraggio morbido», ha detto un responsabile.
La capsula Soyuz - è stato precisato al Centro controllo missione - ha toccato terra alle 1:48 ora italiana nella steppa del nord del Kazakhstan, Repupplica ex sovietica dell'Asia centrale. Si era staccata dalla Stazione spaziale internazionale (Iss), orbitante intorno alla Terra, alle 22:28 di ieri. La discesa verso la Terra - di cui la fase più delicata è sempre il rientro nell'atmosfera, che ha lasciato annerita, per l'elevatissima temperatura, la piccola navicella - è durata quindi tre ore e 20 minuti. Il generale dell'Aeronautica russa Vladimir Popov aveva annunciato l'invio nella zona dell'atterraggio di 15 tra elicotteri e aerei, oltre a un aereo-ospedale e a diversi veicoli fuoristrada, per prestare assistenza ai cosmonauti, Marcos Pontes, un ufficiale dell'Aeronautica di 43 anni, è il primo brasiliano nella storia delle missioni nello spazio, dove è rimasto dieci giorni. Egli era partito infatti il 30 marzo scorso dal cosmodromo di Baikonur (Kazakhstan) assieme all'americano Jeffrey Williams e al russo Pavel Vinogradov, che hanno dato il cambio a McArthur e Tokarev. Questi ultimi due hanno trascorso a bordo dell'Iss più di sei mesi (per l'esattezza 189 giorni).
Tokarev è stato il primo a uscire dalla capsula, atterrata prima dell'alba nei dintorni della città di Arkalik, seguito da Pontes e McArthur. «Valeva la pena partecipare a questa missione», ha detto l'astronauta brasiliano, che sventolava una bandierina del suo Paese sorridendo ai fotografi. «Sono molto felice, grazie di tutto», ha aggiunto. I tre sono stati fatti accomodare in sedie speciali, protetti da coperte contro il gelo della steppa kazakha sferzata dal vento, mentre respiravano la prima aria della Terra (dopo dieci giorni Pontes, dopo sei mesi McArthur e Tokarev) e sorseggiavano tè bollente. Al sorgere del sole, gli astronauti sono stati portati sotto una tenda attrezzata come ospedale da campo, dove sono stati sottoposti ai primi controlli medici, prima di intraprendere il viaggio per Mosca, prima in elicottero e poi in aereo. Nelle ultime fasi della discesa, per ridurre la velocità e attutire l'impatto con il terreno, la capsula Soyuz apre paracaduti e aziona razzi.
















