BARI - Sono tornate per l'ultima volta a casa da una vacanza mai iniziata le salme dei 12 turisti italiani morti nel disastro aereo dell'Atr 72 della compagnia aerea tunisina «Tuninter», ammarato sabato pomeriggio a largo di Palermo. Le bare con i corpi dei 12 passeggeri, deceduti a causa del violento impatto con l'acqua che ha spezzato per sempre le loro vite, sono giunte pochi minuti fa all'aeroporto di Bari-Palese trasportate da un aereo, un C130 della Protezione Civile, partito dalla pista dello scalo «Falcone Borsellino» e atterrato nel capoluogo pugliese,dove ad attenderle ci sono famigliari ed autorità civili, militari e religose.
L'unica vittima ancora nell'obitorio dell'ospedale palermitano è quella del capo cabina dell'Atr 72, il tunisino Moez Bouguerra. Il console di Tunisi a Palermo, su richiesta della famiglia, ha ottenuto per lui un trattamento speciale: domani un Imam tunisino celebrerà il rito funebre islamico sul corpo del defunto prima del suo rientro in Tunisia dove lo attendono la moglie e i due figli.
Ad accompagnare, invece, le vittime italiane nel loro ultimo viaggio verso casa stasera c'erano i loro parenti, giunti a Palermo da Bari già sabato notte, e ripartiti dallo scalo di Punta Raisi a bordo di un secondo aereo messo a disposizione dall'Enac. Con loro sul volo speciale dell'Alitalia ci sono anche sette dei 23 superstiti.
UNA BARA BIANCA PER LA PICCOLA CHIARA MORTA INSIEME A SUA MADRE
Dolore e incredulità erano sui volti dei tantissimi giunti nello scalo pugliese per dare l'estremo saluto alle vittime. Una folla silenziosa che aspettava sgomenta la triste sfilata delle bare con i corpi dei loro cari. Erano presenti, tra gli altri, le massime autorità istituzionali regionali, provinciali e della città e l'arcivescovo di Bari e Bitonto, monsignor Francesco Cacucci, pronto a benedire i feretri all'uscita dall'aereo.
E tra le bare ce n'è anche una bianca. E' quella della piccola Chiara, l'unica bambina morta nella tragedia dell'Atr. Con lei è deceduta anche sua madre, Elisabetta Acquaro. La piccola bara bianca è stata la prima a lasciare la camera ardente allestita presso l'Accademia delle Scienze Mediche del Policlinico di Palermo. Un lungo applauso l'ha accompagnata all'uscita mentre, insieme alla bara di sua madre, veniva caricata su un carro funebre diretto all'aeroporto.
Tornate in Puglia con le altre 10 bare, a dare l'estremo saluto alla piccola Chiara, di soli 4 anni, e a sua madre a Palermo non c'era nessuno. Elisabetta, 44 anni, madre single, aveva cresciuto la figlia da sola. La donna e la piccola non hanno parenti stretti che vivono in Italia. Ieri, infatti, all'obitorio di Palermo, dove le 12 salme erano state deposte per i riconoscimenti e per l'esecuzione delle autopsie, era arrivato un lontano parente che vive negli Stati Uniti ma che è ripartito subito dopo aver proceduto al riconoscimento delle due salme. Oggi, prima della loro partenza a bordo del C130 è stato proprio il vescovo ausiliario di Palermo, Salvatore Di Cristina, a dire che il nome della piccola Chiara sarà presente nelle sue preghiere e che la Chiesa la piangerà come «sua piccola sorella».
ANCORA SENZA RISULTATO LE RICERCHE DEI 3 DISPERSI
E già domani si celebreranno i primi funerali. Alle 16.30 nella Chiesa Madre di Gioia del Colle, verranno ufficiati quelli di Giuseppe Francesco Scarnera, Antonella Capurso e Maria Grazia Berenato. Ma al dolore che ha accompagnato i parenti delle vittime in questi due giorni, si aggiunge quello di chi sta ancora aspettando di avere notizie dei propri congiunti. Sono ancora in corso, infatti, le ricerche degli ultimi tre passeggeri ancora dispersi in mare a Palermo.
Maria Grazia ha undici anni e si è salvata dalla morte insieme a sua madre ma chiede ancora, dal letto di ospedale dove è ricoverata, dove sia suo padre, Raffaele Ditano ancora ufficialmente disperso insieme a Francesco Cafagno e a Harbaoui Chokri, il meccanico di volo tunisino che viaggiava con i passeggeri sul volo che per 13 persone è stato fatale.
E per poter almeno piangere sulla tomba di suo figlio Raffaele, Grazia Cardone, sua madre, chiede continuamente alle autorità di non sospendere le ricerche, «perchè se è difficile sapere di aver perso un figlio - ha detto rivolgendo un appello al ministro Lunardi che ieri si era recato in visita all'obitorio per portare un estremo saluto alle vittime - vorrei avere la possibilità almeno di poter piangere sulla sua bara».
PIANGE IL COMANDANTE E NON SI DA' PACE PER QUANTO ACCADUTO
Le ricerche dei tre dispersi sono proseguite incessantemente per tutta la notte. I sommozzatori e le squadre della Guardia Costiera impegnati da sabato nel recupero dei corpi non si sono mai fermati e oggi sono stati coadiuvati anche dall'ispezione compiuta da una nave idrografica della Marina militare giunta da Taranto. Ma purtroppo il mare sembra aver inghiottito i tre uomini che mancano ancora all'appello.
Piange e non si dà pace per quanto accaduto Chafik Gharbi, il comandante dell'Atr 72 che ha compiuto la manovra disperata dell'ammaraggio. Non gli basta sapere che grazie a lui 23 persone sono sopravvissute. All'uscita dal reparto di rianimazione dove era stato inizialmente ricoverato per le gravi ferite riportate in seguito all'impatto e da cui è stato dimesso oggi per essere poi trasferito nel reparto di chirurgia plastica sempre al «Civico» di Palermo, Gharbi ha detto solo: «Mi dispiace, mi dispiace tanto. Non sono stato bravo».
GRAZIA SILVESTRI E MASSIMO MATERA SI SONO SALVATI TENENDOSI STRETTI L'UNO ALL'ALTRA
Al comandante dell'aereo, che in seguito all'impatto ha riportato un forte trauma cranico, un trauma vertebrale e una contusione polmonare, non serve sapere che invece, anche grazie a lui, in questa tragedia c'è anche chi oggi può ancora sorridere. E tra questi ci sono Grazia Silvestri e Massimo Matera, due ragazzi di 29 anni, dimessi oggi pomeriggio dal reparto di Prima Rianimazione dell'Ospedale Civico di Palermo, dove sono arrivati sabato pomeriggio subito dopo il disastro aereo al largo del capoluogo siciliano.
Le infermiera, lui rappresentante per una ditta di mobili a Bari. Stanno insieme da tanti anni. All'uscita dall'ospedale si sono tenuti per mano senza lasciarsi un attimo, così come hanno fatto quando erano terrorizzati tra le onde dopo essere precipitati. «Sono salvi grazie a lei, di nuovo...», dice la mamma di Grazia che li ha assistiti in ospedale.
Grazia e Massimo sono praticamente illesi, salvo qualche punto di sutura ed escoriazioni sparse, non hanno riportato ferite gravi. Proprio come era accaduto il giorno di Capodanno del 2005, quando stavano andando in montagna e la loro auto si è cappottata. Anche quella volta uscirono illesi.
ERANO SCAMPATI AD UN ALTRO INCIDENTE MORTALE IL GIORNO DI CAPODANNO
I due hanno raccontato la loro odissea, la seconda per loro, e lo hanno fatto con il sorriso stampato sul volto. «Siamo sereni - hanno detto - e siamo felici per essere riusciti a sopravvivere». Ma al ricordo di ciò che è accaduto in quegli istanti di terrore la loro gioia svanisce per un attimo lasciando il posto alla paura. «Io stavo dormendo - ha raccontato la ragazza - quando il mio fidanzato mi ha svegliato dicendomi che stava succedendo qualcosa di strano. Da quel momento mi ha preso la mano e mi ha detto di non lasciarla più per niente al mondo. E così ho fatto».
Ricordano il volto impaurito dell'hostess e l'invito a indossare i giubbotti di salvataggio. Ricordano che l'aereo ha cominciato a perdere quota e poi dopo pochi secondi nella loro mente è rimasto solo il ricordo del terribile schianto in mare.
GRAZIA: HO VISTO TANTI MORTI CHE GALLEGGIAVANO IN MEZZO AL MARE
Così, i due fidanzati si sono trovati tra le onde alte, con un mare forza quattro. «Per fortuna - hanno raccontato - nello schianto con l'acqua, si è aperto uno squarcio proprio sul lato dove eravamo seduti noi, dietro».
Poi, gli occhi di Grazia diventano lucidi: «Ho visto tante persone morte che galleggiavano accanto a me. Quella che mi ha più colpita è stata una bambina ancora piccola che era morta. L'ho presa in braccio perchè credevo che ancora si potesse fare qualcosa, ma era già senza vita. E' stato terribile». Quella bambina era la piccola Chiara.
Lunedì 08 Agosto 2005, 00:00
16 Maggio 2025, 15:56