WASHINGTON - I due film più controversi dell'anno, il documentario anti-Bush Fahrenheit 9/11 e La Passione di Cristo di Mel Gibson, sono stati quasi ignorati dagli Oscar.
Il documentario di Michael Moore non ha ricevuto alcuna candidatura. Il film religioso di Gibson, girato in Italia, ha dovuto accontentarsi di tre candidature minori: fotografia, trucco e colonna sonora.
Moore aveva fatto una intensa campagna per inserire Fahrenheit 9/11 nella cinquina per il miglior film, escludendosi di fatto dalla categoria dove aveva maggiori possibilità di farcela, quella per il miglior documentario.
Moore aveva già vinto due anni fa l'Oscar per il miglior documentario, per Bowling for Columbine, e non era interessato ad un nuovo successo in questa categoria. Ma il suo rischio calcolato è fallito.
Mel Gibson, al contrario, non ha fatto alcuna campagna pubblicitaria per il suo film, in chiave di Oscar, anche se non avrebbe disdegnato una nomina nella categoria del miglior film o del miglior regista. Ha dovuto accontentarsi delle briciole, con nomine in categorie minori.
La Passione di Cristo era stato al centro di intense polemiche durante l'anno per il contenuto del film sulle ore finali di Gesù, in particolare per il ruolo giocato dalla comunità ebraica (stando al film) nella decisione di mettere a morte Gesù.
Tra i bocciati della Academy c'è anche l'attore Paul Giamatti, protagonista di Sideways, il film più acclamato nel 2004 dai critici americani. Aveva buone speranze di conquistare una candidatura per il miglior attore ma non ce l'ha fatta.
Altri due attori non protagonisti del film, Virginia Madsen e Thomas Haden Church, hanno invece conquistato le prestigiose candidature.
Martedì 25 Gennaio 2005, 00:00
06 Maggio 2025, 19:29