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I medici lucani confermano i 4 giorni di sciopero

 
I medici lucani confermano i 4 giorni di sciopero

Mercoledì 07 Luglio 2010, 10:08

02 Febbraio 2016, 22:01

di LUIGIA IERACE
POTENZA - È ancora braccio di ferro tra Regione Basilicata e medici dopo l’incontro svoltosi ieri mattina tra il presidente Vito De Filippo, l’assessore alla Sanità Attilio Martorano, il direttore generale del Dipartimento, Piero Quinto e i rappresentanti dei medici di medicina generale. Tutti rimangono fermi sulle loro posizioni. Per la Regione, le delibere relative all’assistenza farmaceutica e alle misure di razionalizzazione e di contenimento della spesa del personale in convenzione con il Servizio sanitario regionale, sono ormai operative e non si toccano. Per i medici, la protesta continua. In assenza di sospensione dei provvedimenti adottati, infatti, ribadiscono lo stato di agitazione e confermano le 4 giornate di sciopero dell’intera categoria a partire dal 27 luglio.

Ma dopo il confronto sulla manovra già vigente, pur rimanendo fermi sulle proprie posizioni, rimandano al 12 luglio la discussione in un tavolo tecnico di lavoro fra regione e rappresentanti di medicina generale per esaminare nuove azioni condivise di risparmio del comparto sanità in Basilicata. «Non è possibile sospendere i provvedimenti già approvati considerato che fra pochi giorni - ha spiegato il governatore De Filippo - la Basilicata dovrà partecipare al cosiddetto "Tavolo Massicci", il coordinamento tra i ministeri dell' Economia e del Welfare, incaricato di esprimere un giudizio annuale sui bilanci sanitari delle Regioni, con decisioni già in vigore». 

Dal canto loro, Fimp, Fimmg, Snami, Smi, Cgil Medici e Cisl Medici preso atto delle criticità economiche in cui versa la Regione Basilicata, dopo aver ribadito le proprie perplessità sulla manovra di tagli alla sanità messa in atto dalla Giunta e presentato ai convenuti u n’analisi dettagliata sullo stato economico del bilancio sanitario regionale con proposte alternative di tagli su sprechi e razionalizzazione della spesa senza alcun riflesso negativo sul sistema di tutele del cittadino, si aggiornano al confronto del 12 luglio. 

«È la prima volta che proclamiamo uno sciopero solo per la regione Basilicata - ha spiegato Antonio Santangelo, segretario regionale della Fimmg - cogliamo la disponibilità della Regione, ci sono spiragli per possibili azioni di rivisitazione della delibere in oggetto, ma siamo stati costretti a prendere atto che tali delibere sono blindate in vista del confronto governo-regione». Intanto, l’assessore Martorano ha rimarcato la disponibilità a «esaminare e verificare le proposte presentate dai medici di medicina generale a saldo invariato del risparmio e a prendere in esame azioni riguardanti la riduzione delle spese farmaceutiche, l’appropria - tezza delle prescrizioni, dei ricoveri e la migrazione sanitaria». 

Insomma, i margini per rivedere le tanto contestate delibere sembra possano esserci. «Occorrerà però lavorare di cesello - ha ribadito il dottor Santangelo - cercando di cogliere gli aspetti di spreco, che pur esistono e quantificarli, per poterli poi trasformare in fatti operativi. Potevamo farlo prima. È proprio il metodo ci ha fatto arrabbiare, avremmo preferito essere consultati prima come categoria, si sarebbe potuto evitare tutto questo». 

Ma la Regione ha parlato di un accavallamento di tempi che non ha consentito di procedere al confronto, si è quindi preferito intanto partire con la manovra. E di conseguenza hanno agito i medici rispondendo con un’azione altrettanto forte: lo sciopero. Intanto assicurano comunque alla cittadinanza lucana il rispetto integrale delle normative degli Accordi Collettivi Nazionali che prevedono la reperibilità telefonica dei medici solo nelle fasce di orario dalle ore 8 alle ore 10 e hanno invitato i cittadini al di fuori di tali orari, in caso di impossibilità a reperire il proprio medico, a rivolgersi al 118 e ai Pronto Soccorsi Ospedalieri.

«Nessuna forma di ostruzionismo da parte dei medici - ha spiegato il rappresentante sindacale, rigettando le accuse - solo il rispetto del contratto che ci obbliga dalle 8 alle 10 a recepire le richieste di visita da evadere entro la giornata. Poi certo, per un’etica professionale non spegnamo il telefono, ma si sappia che tenerlo acceso ora non è più un obbligo». 

Ma al di là di un evidente gioco delle parti, quali sono i margini per poter intervenire sulla manovra? «C’è la possibilità - ha sottolineato il dottor Santangelo - di intervenire sulla spesa farmaceutica, anche se è è comunque una spesa virtuosa. Prendiamo ad esempio il servizio di controllo sulla farmaceutica che la Regione ha affidato a una ditta esterna, anche se da anni le farmacie hanno l’obbligo di trasmettere i dati delle ricette al ministero della Finanza. È una sovrapposizione inutile e costosa anche alla luce del fatto che con la tessera sanitaria questo controllo lo faremo anche noi. Certo cogliamo la disponibilità a studiare con il Dipartimento altre possibili azioni di contrasto, che non sono certo quelle possono portare a una discriminazione nei confronti del cittadino, nell’uso di sartani, statine e salvavita, ma individuando classi di farmaci, obbligando di fatto le case farmaceutiche ad abbassare i prezzi». 

E se De Filippo difende la riabilitazione in Basilicata, dicendo che «è stato costruito un sistema di acccreditamento e di autorizzazioni molto trasparente che ha portato a un’incidenza del settore privato fra i più bassi d’Italia», i medici ribattono: «la riabilitazione non è la fisioterapia, andate a vedere questi costi». E se come dice Martorano «non vogliamo affrontare il tema delle risorse in termini ragionieristici, ma guardando ai servizi al cittadino che devono continuare ad essere assicurati anche in un contesto così complesso come quello che stiamo vivendo», sicuramente il tavolo tecnico avrà un bel lavoro da fare. Intanto i medici possono chiudere il telefono e non garantire la loro presenza nella medicina di gruppo con il rischio che per una febbre alta si chiami il 118 o si vada in pronto soccorso.
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