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Consiglio, il riordino delle agenzie mette a rischio tutti i direttori

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Consiglio, il riordino delle agenzie mette a rischio tutti i direttori

E all’Arpal circolano già i nomi per il dopo-Cassano: Pellegrini e Ricci

Lunedì 17 Ottobre 2022, 13:34

La legge per il riordino delle agenzie che domani dovrebbe contribuire a chiudere la lunga querelle sull’Arpal si incrocia con il gioco delle nomine. Perché è proprio dalle agenzie, con i nuovi cda «leggeri» e i direttori generali, che dorebbero arrivare alcuni dei posti necessari a placare la fame delle forze di centrosinistra. Non ultimi i Cinque Stelle, che al governatore Michele Emiliano chiedono un secondo posto in giunta ma - in fin dei conti - si accontenterebbero pure di un’altra (inutile) delega: nonostante queste figure non siano previste dallo statuto, Emiliano consente alla grillina Grazia Di Bari di partecipare alle riunioni di giunta. Va bene tutto pur di entrare nella stanza dei bottoni.

Oggi la riunione del gruppo Pd dovrebbe sancire la «pace» chiesta dal governatore, ma dovrebbe anche far emergere il testo della riforma delle agenzie che fino a ieri è rimasto sul tavolo della presidente Loredana Capone. L’Agenzia per il lavoro, che il direttore generale Massimo Cassano ha imbottito di suoi fedelissimi e loro parenti, avrà un consiglio di amministrazione senza deleghe, mentre il dg dovrà essere scelto tra tecnici di comprovata formazione e dotati di esperienza specifica. È lo stesso schema che sarà applicato a tutte le altre agenzie (Arif, Ager, Asset, PugliaPromozione) oggi guidate dal solo direttore generale, ma c’è grande attesa per leggere la proposta: l’accordo politico è che la riforma comporterà la decadenza di Cassano (sui cui è d’accordo il Pd), ma molti pensano che il meccanismo colpirà anche gli altri dg in carica delle agenzie «riformate». Per quanto riguarda l’Arpal (Cassano ha fatto sapere ai suoi consiglieri di riferimento di non essere minimamente preoccupato dal rischio di decadenza), circolano pure le ipotesi per la successione: un nome tecnico (Silvia Pellegrini, direttore del dipartimento Lavoro) e uno politico (Maurizio Ricci, ex rettore dell’Università di Foggia).

Domani il Consiglio regionale ripartirà proprio dall’argomento Arpal, che tiene bloccata l’attività politica da tre mesi. Se ci sarà accordo, la riforma delle agenzie verrà incardinata e votata come emendamento al testo esistente. In alternativa, ci sarà un nuovo rinvio. La riforma creerà comunque almeno 12 poltrone di consiglio di amministrazione, pagate poco (10mila euro l’anno) ma pur sempre appetibili. E sul punto, ovviamente, le forze di maggioranza appaiono molto sensibili come ha dimostrato proprio la vicenda delle deleghe ai consiglieri. È un meccanismo, quello dei consiglieri delegati, che è previsto nell’ordinamento dei Comuni, ma che la Regione non ha: infatti non possono firmare alcun atto, non appaiono nel frontespizio delle delibere di giunta e non hanno poteri di gestione. Ma è un titolo buono per tornare sui territori con una medaglia di latta (vedi l’ipotesi di De Gregorio delegato ai Giochi del Mediterraneo di Taranto), e sta causando anche qualche grattacapo con gli assessori. Sinistra Italiana ha infatti chiesto un incontro al presidente Emiliano perché l’assessore d’area, Anna Grazia Maraschio, si sente sotto assedio: se il consigliere civico Stefano Lacatena avrà la delega all’urbanistica, e Lucia Parchitelli (pd) quella ai rifiuti su cui già la Regione paga (nessuno ha capito per fare cosa) un consulente del presidente, l’ex sindaco Angelo Riccardi, l’assessorato all’Ambiente rischia di essere svuotato di contenuti e di autonomia. Nell’entourage di Emiliano qualcuno pensa che sia un modo per spingere Maraschio verso l’uscita, anche se rompere l’attuale equilibrio (rendendo disponibile un posto in giunta) significherebbe far esplodere gli appetiti dell’intera coalizione.

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