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Regione, la riforma delle Agenzie farà decadere Cassano da Arpal

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Regione, la riforma delle Agenzie farà decadere Cassano da Arpal

Proposta di legge dell’assessore Leo: cda «leggero» e requisiti stringenti per la nomina del direttore generale. Martedì il voto in Consiglio

Venerdì 14 Ottobre 2022, 13:08

BARI - L’idea è di dotare tutte le agenzie di un consiglio di amministrazione, con compiti di tipo indirizzo e un compenso molto basso, lasciandone la gestione a un direttore generale scelto in base a titoli di studio e competenze ben determinate. La legge per la riforma della governance delle agenzie regionali, su cui stanno lavorando l’assessore Sebastiano Leo e la presidente del Consiglio, Loredana Capone, dovrebbe vedere la luce oggi. E potrebbe essere il punto di caduta delle tensioni degli ultimi mesi intorno ai vertici di Arpal, l’agenzia per il lavoro della Regione Puglia.

Martedì infatti il Consiglio regionale è di nuovo chiamato a esprimersi sulla legge che, nei fatti, stabilirà il destino del direttore generale Massimo Cassano. La maggioranza è sospesa tra la volontà di non irritare il presidente Michele Emiliano (che la scorsa settimana ha lanciato un ultimatum ai dissidenti, minacciando di azzerare i Dem in giunta) e quella di mettere fine all’avventura dell’ex sottosegretario, candidato con Azione alle Politiche, che nell’Agenzia per il lavoro ha imbarcato decine di fedelissimi. Anche sui concorsi dell’Arpal, del resto, si stanno addensando i dubbi: in quelli della settimana scorsa una candidata ha verbalizzato irregolarità nello svolgimento della prova scritta per assistenti amministrativi, mentre i risultati del quiz per informatici non vengono pubblicati per «problemi tecnici» su cui l’agenzia non ritiene di dover fornire spiegazioni.

E così la politica, anche di fronte alle continue sollecitazioni del pd Fabiano Amati, vuole inserire l’avvicendamento di Cassano nella cornice di una riforma complessiva dell’assetto delle agenzie che nei fatti, però, riguarderà soltanto Arpal e PugliaPromozione (le altre sono già tutte organizzate così). Il modello è quello di PugliaSviluppo, o anche - se si vuole - della Apulia Film Commission, che tanti problemi ha causato con la contrapposizione tra presidente e direttore generale: un cda senza deleghe, dal costo molto contenuto (10mila euro a consigliere l’anno), e un direttore generale scelto in base a competenze specifiche. Soprattutto, ed è questo il punto che interessa a chi spinge per cacciare Cassano, l’approvazione della legge comporterà la decadenza degli attuali organi con l’insediamento di un commissario per effettuare i necessari aggiustamenti statutari: bisognerà però leggere la norma per capire come è stata congegnata.

Il testo dell’assessore Leo verrebbe portato in aula martedì sottoforma di emendamento alla proposta di legge di Amati (con Tutolo, Mennea e Mazzarano). Il consigliere Dem brindisino oggi parla della necessità di una «profonda verifica» sull’attività amministrativa dell’Arpal, con riferimento alla gestione dei concorsi e dei contratti di lavoro di cui negli ultimi mesi ha parlato la «Gazzetta»: coincidenze tra i nomi degli assunti e degli iscritti alla lista Puglia Popolare guidata da Cassano, che è stato un sostenitore di Emiliano fino a un mese prima delle Politiche, quando si è schierato con Calenda passando all’opposizione del governatore. Salvo poi, la settimana scorsa, dichiarare che avrebbe lasciato la politica per concentrarsi sulla gestione dell’Arpal. Un girotondo che ha irritato anche i meno agguerriti tra i consiglieri del Pd, mentre pure i Cinque Stelle - già in fase dialettica con Emiliano per la richiesta di un secondo posto in giunta - sembrano propendere per la decadenza di Cassano. Resta da vedere cosa faranno gli esponenti delle liste civiche, che sulla carta rispondono maggiormente a Emiliano: finora è stato il presidente a evitare lo strappo su Arpal, ma sua è stata anche la volontà di trovare questo tipo di compromesso finale.

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