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Bankitalia: l'economia in Puglia cresce del 6%. Bene export e occupazione

 
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Nel 2021 l'industria recupera quasi completamente il calo registrato durante il periodo della pandemia. Crescono anche i consumi

Mercoledì 15 Giugno 2022, 13:03

18:17

BARI - Nel 2021 l’economia pugliese ha registrato una crescita del 6%, dopo il forte calo dell’anno precedente dovuto alla pandemia. Lo rilevano le stime dell’indicatore trimestrale delle economie regionali (ITER) sviluppato dalla Banca d’Italia.

Tra i dati più rilevanti c'è quello relativo al mercato del lavoro, con un aumento dell’occupazione dell’1,6%, riuscendo a recuperare quasi completamente i livelli pre-pandemia (-0,8% rispetto al 2019). È però lievemente cresciuto il tasso di disoccupazione, al 14,6%. Con la ripresa dell’economia sono aumentati anche i consumi (+4,3%) ma è aumentato anche il ricorso alle misure di sostegno ai redditi, reddito e pensione di cittadinanza, che registra +12% rispetto al 2020. L'attività industriale ha recuperato gran parte del calo del 2020: il valore aggiunto è aumentato del 10,2%, del 20,6% nel settore delle costruzioni. Su questo ha inciso l’incremento delle compravendite immobiliari (+37,2%).

Dott. Pietro Sambati - dir. Sede Bari Banca d'Italia (intervista Marisa Ingrosso)

La produzione siderurgica è aumentata di circa un quinto e anche le esportazioni hanno registrato una ripresa del 4,9%. Meno intenso il recupero delle attività del terziario, anche perché le presenze turistiche, seppure in forte crescita (+36,9%), rimangono ancora al di sotto dei livelli del 2019.

Nell’agricoltura il valore aggiunto è aumentato dello 0,9% e su questo settore incide l’andamento del comparto olivicolo per gli effetti negativi della diffusione della Xylella. Nel 2021 i depositi bancari delle famiglia e delle imprese hanno continuato a crescere, sebbene in misura meno intensa rispetto all’anno precedente (5,8% a dicembre rispetto al 12,3% di fine 2020). A partire dalla seconda metà dell’anno, evidenzia il report di Bankitalia per la Puglia, hanno gravato sulle imprese gli aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime, ulteriormente intensificati a marzo 2022 per la guerra in Ucraina.

Sambati: Puglia primo produttore energia pulita, ma non basta

«La guerra ha messo in evidenza il nostro ritardo nell’utilizzo delle fonti rinnovabili. La Puglia è il primo produttore in Italia di energia da eolico e solare, ma non basta». Lo ha dichiarato il direttore della sede barese della Banca d’Italia, Pietro Sambati, presentando il report 2021 sull'economia in Puglia. Nel ventennio 2000-2020, evidenzia il report, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Puglia è aumentata di circa 30 volte ma copre solamente una piccola parte dei consumi finali lordi di energia (17% nel 2019). «La guerra - ha aggiunto il direttore Sambati - ha reso immediata l’esigenza di investire su fonti rinnovabili, accanto alla lotta al cambiamento climatico e la transizione energetica, che rappresentano obiettivi improcrastinabili a sostegno dello sviluppo e del benessere socio-economico. La transizione verso un sistema energetico meno dipendente dai combustibili fossili risulta oggi ancora più rilevante alla luce dei forti rincari di tali materie prime».

«Gli effetti del Pnrr dipenderanno molto dalla capacità di contenere la durata degli appalti (877 giorni in Puglia contro 663 in Italia). Per migliorare l'efficienza del sistema degli appalti pubblici è necessario disporre non solo di maggiori risorse finanziarie ma anche di più elevate competenze specifiche. Le manovre di risanamento dei conti dello scorso decennio hanno ostacolato il ricambio generazionale e l’ingresso negli enti territoriali meridionali di competenze aggiornate». Lo rileva il direttore della sede barese della Banca d’Italia, Pietro Sambati, presentando il report 2021 sull'economia in Puglia. La spesa per investimenti - evidenzia il rapporto - beneficerà nei prossimi anni delle risorse del Pnrr che confluiranno nei bilanci delle amministrazioni locali, 820 milioni in ambito sanitario e oltre 3 miliardi per riqualificazione urbana, trasporto ferroviario e urbano, «il 6% del Pil regionale annuo» dice il direttore, ricordando che complessivamente alle regioni del Sud andranno circa 200 miliardi. «Non bisogna però puntare solo sulle dotazioni infrastrutturali, che sono importanti - sottolinea il direttore Sambati - , ma questo non può prescindere dal capitale umano, puntando con il Pnrr Istruzione sulla formazione e sulle competenze».

(video Donato Fasano)

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