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Tumore al seno, a Bari l'intelligenza artificiale evita la biopsia del linfonodo

 
Redazione online

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scienza e salute Cancro al seno, rischio dagli esami radiologici

Con la radiomica basta una ecografia. Lo studio dell'Ircc Giovanni Paolo II è stato pubblicato sulla rivista «Scientific Reports»

Lunedì 23 Maggio 2022, 11:19

BARI - Attraverso la radiomica, branca dell’intelligenza artificiale che legge i dati contenuti nelle immagini radiografiche ed ecografiche, è possibile analizzare il linfonodo sentinella, che sta immediatamente a valle del tumore alla mammella, senza asportarlo e senza biopsia, e capire ugualmente se ci sono metastasi.

È l’esito dello studio, condotto dall’Irccs Giovanni Paolo II di Bari su 142 pazienti, dal 2017 al 2020, pubblicato sulla rivista internazionale Scientific Reports. Le 142 pazienti coinvolte nello studio erano «clinicamente negative»: sia la palpazione del medico, sia l’esame radiologico eseguito prima dell’intervento lasciavano intendere che i linfonodi ascellari non fossero né ingrossati né infiammati. Nonostante ciò, in sala operatoria, i chirurghi, oltre all’asportazione del tumore, hanno eseguito, come previsto dalla linee guida internazionali, anche l’asportazione del linfonodo sentinella per la successiva biopsia.

«Un passaggio - spiega a riguardo Raffaella Massafra, dirigente fisico medico della struttura di fisica sanitaria dell’Istituto - che allunga i tempi dell’intervento chirurgico, è costoso, è invasivo e solo nel 15% dei casi rivela poi la presenza di metastasi». Da qui la necessità di analizzare il linfonodo senza asportarlo, usando i dati clinici delle pazienti e i dati delle immagini ecografiche acquisite in fase di diagnosi. Dati che l’occhio umano non può leggere ma la radiomica sì.

La radiomica è una branca dell’intelligenza artificiale che «legge», tramite sofisticati software, i dati contenuti nelle immagini radiografiche ed ecografiche. E i risultati dei calcoli e delle analisi dei dati clinici e radiomici si sono rivelati attendibili e accurati. «Un vantaggio non da poco anche per le pazienti - conclude Massafra - che già con l’ecografia, un esame non invasivo, indolore e ormai di routine, possono avere indicazioni importanti sulla possibile evoluzione della malattia». 

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