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L'allarme: «In Puglia mancano lavoratori per l'agricoltura»

 
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L'allarme: «In Puglia mancano lavoratori per l'agricoltura»

Confagricoltura: «Siamo tra le regioni con oltre 15 milioni di giornate impiegate ma la crisi sta attanagliando le imprese»

Giovedì 12 Maggio 2022, 14:18

14:41

«Da alcuni giorni ci arrivano notizie di aziende agricole che lamentano la difficoltà di trovare lavoratori nonostante offrano regolari contratti. La situazione è generale, ma in questi giorni il problema è più sentito: siamo in prossimità delle grandi campagne di raccolta nella nostra regione e, sicuramente, la più vicina è quella delle ciliegie. Anche quest’anno manca la manodopera, sia quella specializzata che quella generica e questo è un problema che si riflette su tutta la filiera perché ci sono prodotti che vanno raccolti in determinati periodi e per forza a mano». E’ l’allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro.

«Con oltre 15.500.000 giornate - aggiunge in una nota - la Puglia è tra le regioni che impiegano più manodopera in agricoltura. In Italia i lavoratori in agricoltura sono circa 1,1 milioni. La manodopera agricola è prevalentemente impiegata nel Sud del Paese (53% del totale), che detiene anche la quota più rilevante degli operai a tempo determinato (56%)». «La presenza femminile - aggiunge - è il 32% sul totale degli operai e si concentra soprattutto nei contratti a tempo determinato (34%). Il 56% dei lavoratori agricoli ha meno di 45 anni. "Non spetta a noi, associazione di categoria, analizzare le cause sociali. Sicuramente - precisa Lazzàro - pesano la pandemia, il reddito di cittadinanza e i nuovi lavori, penso a quelli dei riders. Di certo, la mancanza di lavoratori nel settore agricolo in Puglia è un problema economico per le imprese che intendono stare sul mercato in modo chiaro e onesto. Ciò, tenuto conto che il lavoro nero in agricoltura è quasi del tutto scomparso negli ultimi anni, se non in rarissimi casi. Tra questi, quelli in cui è lo stesso lavoratore che chiede di non essere assunto perché percepisce anche il reddito di cittadinanza».

Anche la Coldiretti Puglia lancia l'allarme per la manodopera nei campi della regione «dove mancano i lavoratori agricoli nella raccolta delle ciliegie fino al trapianto dei pomodoro, con 30mila giornate di lavoro perse». La Coldiretti Puglia segnala «la mancanza di operai agricoli italiani e stranieri nel settore agricolo che assorbe in Puglia in media 1,2 milioni di occupati, secondo i dati CREA». "L'addio al green pass salva i raccolti agricoli garantiti in Italia dalla presenza nelle campagne di lavoratori stranieri che rischiavano di essere bloccati - spiega Coldiretti Puglia - da appesantimenti burocratici e costi dovuti a regole sanitarie diverse o all’uso nei propri paesi di vaccini come Sinovak o Sputnik non riconosciuti. Ora occorre però velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto, una necessità per garantire la programmazione di fronte alle crescenti di difficoltà di spostamento tra le frontiere a seguito della pandemia».
«In Puglia viene ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con 39mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore in Puglia, mentre - insiste Coldiretti Puglia - si registrano fortissime difficoltà a reperire anche la manodopera italiana. Si tratta soprattutto - ricorda la Coldiretti Puglia - di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Con il Covid a pesare sono stati i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti Paesi per l’emergenza Covid - spiega Coldiretti - ma anche il mancato riconoscimento in Italia dei green pass ottenuti da vaccini somministrati nei Paesi extracomunitari, come il Sinopharm cinese, la cui validità non è riconosciuta in Italia. Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura pugliese è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi e nelle stalle sono divenuti insostituibili. In questo contesto - aggiunge la Coldiretti Puglia - per sostenere la crescita è necessario garantire la presenza di lavoratori in un settore come quello agricolo dove un prodotto su quattro viene raccolto da mani straniere».
«L'arrivo dei lavoratori stranieri nelle campagne italiane è dunque importante - conclude Coldiretti - per salvare i raccolti e garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione in un momento particolarmente delicato con speculazioni, rincari, mancanza di alcuni prodotti e blocchi alle esportazioni causati dal conflitto in Ucraina e dalle guerre commerciali che ne sono scaturite».

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