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Canosa, le donne con il velo e la Desolata: l'inno straziante della processione del Sabato Santo

 
Paolo Pinnelli

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Paolo Pinnelli

Canosa, le donne con il velo e la Desolata: l'inno straziante della processione del Sabato Santo

Il simulacro della Santa Vergine attraverserà le vie principali della città della Bat. La colonna sonora è lo «stabat mater» intonato da oltre un secolo. Super ospite l’attore Lino Banfi insieme alla moglie

Sabato 16 Aprile 2022, 08:00

20:05

CANOSA - La preparazione alla Pasqua a Canosa non si conclude il Venerdì Santo, con la processione dei Misteri, ma oggi Sabato Santo, e precisamente a mezzogiorno. A quell’ora si conclude la processione della «Desolata», accompagnata da uno straziante e tipico inno cantato da oltre trecento ragazze col volto coperto da un velo nero. Alcune anche scalze.

Il simulacro della Santa Vergine Desolata, venerata nella chiesa dei santi Francesco e Biagio, viene portato in processione in una suggestiva e coinvolgente cornice che la rende unica non solo nel Nord Barese.

La processione parte di prima mattina. Fino a due anni fa si apriva sempre con una folta schiera di bambini vestiti da angeli che portavano gli oggetti e le frasi che rappresentano la passione di Cristo. Bambini che quest’anno non ci saranno per le restrizioni dovute alla pandemia, che per due anni ha privato la città di questo evento. La statua della Madonna Desolata che piange il Figlio sulla croce, consolata da un angelo, attraverserà le vie principali della città, seguita dal vescovo mons. Luigi Mansi, dal parroco della chiesa di San Francesco, don Carmine Catalano e da don Antonio Turturro, il viceparroco. La statua è stata restaurata più volte: danneggiata nel 1943, nel bombardamento subito dalla città il 6 novembre, nel ’53 venne completamente rifatta.

Ma quello che attrae, commuove e rende unica la processione è il coro delle oltre trecento ragazze - diretto dal 1966, dal compianto maestro Mimmo Masotina e ora da suo figlio Ezio - che accompagna il simulacro. Il testo originale è quello classico dello «Stabat Mater» di Jacopone da Todi, ma è la musica a caratterizzare l’Inno canosino alla Desolata, opera del canosino Domenico Iannuzzi (1862-1929), primo clarinetto concertista della Banda Conte di Torino.

Lo «Stabat Mater» scandisce inconfutabilmente, da un secolo, il Sabato Santo canosino, momento di incontro degli emigrati che in tanti, ancora oggi, tornano in città proprio per le festività pasquali. E tra loro non mancherà, quest’anno, anche un canosino d’eccezione: l’attore Lino Banfi con la inseparabile moglie Lucia, arrivato in città per l’immancabile occasione.

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