BARI - In provincia di Bari 157 medici di base hanno dato la propria disponibilità per supportare il sistema di accoglienza e assistenza sanitaria ai profughi in fuga dall’Ucraina per «le attività di cure primarie e vaccinazione Covid». E’ quanto scrive in una lettera indirizzata al prefetto, all’assessore regionale alla Sanità e al presidente dell’ordine dei Medici, il segretario della Fimmg Bari, Nicola Calabrese. «Fimmg Bari - scrive Calabrese - nel raccogliere il sentimento di grande preoccupazione e partecipazione al dolore dei profughi provenienti dall’Ucraina, a seguito del dramma umanitario che si sta consumando in quella regione dell’Europa, ha avviato una raccolta di disponibilità tra i medici di medicina generale della nostra Asl per supportare il sistema di accoglienza e assistenza sanitaria ai profughi per le attività di Cure Primarie e vaccinazione Covid. Al momento sono pervenute 157 adesioni volontarie e altre continuano a pervenire». Per questo Calabrese chiede al presidente dell’ordine dei Medici, Filippo Anelli, di «attivare i contatti con gli organi Istituzionali deputati alla gestione e coordinamento di tali attività per consentire ai medici che spontaneamente hanno dato la loro disponibilità di poter operare all’interno del sistema di accoglienza e assistenza alla popolazione Ucraina che sarà accolta nella nostra provincia».
IL PIANO DELLE VACCINAZIONI - «Considerata la preoccupante e grave situazione attualmente in corso in Ucraina, e in previsione di conseguenti fenomeni migratori che interesseranno anche la Puglia», la Regione ha trasmesso alle Asl le linee di indirizzo per «le attività di sorveglianza, di prevenzione, di profilassi sanitaria e vaccinale e di gestione Covid-19 nonché in relazione a eventuali malattie infettive diverse da Covid-19». E’ quanto si legge in una circolare del dipartimento Salute inviata alle Asl. Tra i compiti affidati alle aziende sanitarie, ad esempio, quello di eseguire i tamponi Covid ai rifugiati ucraini entro le 48 ore dal loro arrivo, se sprovvisti di certificato verde. A tutti dovrà essere misurata la temperatura corporea e, in caso di sintomi riconducibili al Covid, si dovrà provvedere all’isolamento e all’esecuzione del test. Le Asl dovranno anche proporre ed eventualmente somministrare il vaccino anti Covid.
«Sulla base dell’analisi del contesto epidemiologico attualmente presente in Ucraina - si legge - caratterizzato da recenti sviluppi di focolai epidemici di morbillo e poliomielite, nonché in considerazione delle scarse coperture vaccinali della popolazione generale ucraina, le Aziende sanitarie locali» dovranno anche garantire le altre vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite; morbillo, parotite, rosolia, varicella, epatite B.
L'ACCOGLIENZA A TARANTO - La Prefettura di Taranto informa che i cittadini ucraini che fuggono dalla guerra, giunti nel territorio ionico e che giungeranno nei prossimi giorni, sono tenuti a presentarsi presso la Questura, non appena possibile, per la presa in carico e successiva trattazione, anche ai fini dell’eventuale inserimento nel sistema dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Nell’occasione, potranno comunicare un numero di telefono e indirizzo di riferimento per consentire alla Asl ogni contatto utile per procedere allo screening sanitario. La Prefettura ricorda inoltre che, entro 48 ore dall’ingresso sul territorio nazionale e fino al 31 marzo prossimo, «le persone provenienti dall’Ucraina, prive di digital Passenger Locator Form o di certificazione verde Covid-19, saranno contattate per effettuare un test molecolare o antigenico per Sars-CoV-2 e, nei cinque giorni successivi al tampone, sono tenute a osservare il regime di autosorveglianza con obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, ad esclusione delle categorie esonerate ai sensi della normativa vigente».
IN BASILICATA CI SARÀ UN HUB REGIONALE - In Basilicata, per l’accoglienza dei rifugiati provenienti dall’Ucraina, «l'obiettivo è realizzare un hub regionale, ad opera della Protezione civile, anche per assolvere in maniera centralizzata ai numerosi procedimenti propedeutici all’accoglienza, come i provvedimenti di identificazione, finalizzati al rilascio dei permessi di soggiorno, indispensabili ai fini del riconoscimento e del tracciamento sanitario». E’ questo - secondo quanto reso noto dall’ufficio stampa della Giunta lucana - uno dei temi al centro di una riunione che si è tenuta oggi in Regione.
Nel comunicato è inoltre messo in evidenza che «la Regione Basilicata ha ringraziato le associazioni che hanno dato disponibilità ad accogliere i rifugiati ucraini, promettendo varie iniziative a supporto dell’integrazione dei rifugiati da parte dei singoli cittadini e dell’intera comunità educante devono essere sostenute da progetti socio-pedagogici per lo sviluppo di reti sociali di tipo formale e informale sui territori comunali. L’obiettivo è un reale ed effettivo inserimento dei minori sul territorio lucano. Infine, la Regione si attiverà fattivamente sia per l’inclusione scolastica che per il supporto psicologico, con l’attivazione di un tavolo tecnico coordinato dal Garante dell’infanzia e dell’adolescenza di Basilicata».
Nel corso della riunione, la prefettura di Matera «ha evidenziato la disponibilità di strutture da destinare solo ai rifugiati ucraini, e ha sottolineato le convenzioni con i Comuni che hanno messo a disposizione strutture ricettive per 104 posti disponibili. Il viceprefetto Iaculli ha comunicato che sono già giunte a Matera tre famiglie di rifugiati ucraini, presso parenti nella Città dei Sassi, che però hanno evidenti problemi economici e di sostentamento». Il sindaco di Potenza, Mario Guarente, ha comunicato «la disponibilità del Comune capoluogo, pari a oltre 300 posti letto e ha messo a disposizione la locale Protezione civile per effettuare tutte le procedure previste dalla più recente normativa».