Sabato 06 Settembre 2025 | 19:36

I venti di guerra spaventano le imprese della Puglia

 
Francesca Di Tommaso

Reporter:

Francesca Di Tommaso

Container export Puglia

La guerra mette a rischio l'export pugliese

Il trasporto delle merci è possibile solo attraverso i paesi Baltici. Ma scarseggiano gli autisti

Mercoledì 02 Marzo 2022, 15:24


I venti di guerra soffiano inevitabilmente anche sui rapporti commerciali delle nostre aziende con la Russia. Ora dopo ora, il quadro è meno chiaro, in continuo divenire. Lo racconta a La Gazzetta del Mezzogiorno  Domenico Giordano, che si occupa di internalizzazione di aziende italiane, anche agevolando l’ingresso in Russia di aziende italiane.  Giordano, nato a Rutigliano e laureato in lingua russa, vive a Mosca dal 2003: le dinamiche degli operatori  del posto  sono a lui ben note, così come consolidati sono i legami fra le aziende pugliesi e il mercato russo. «L’import Italia Russia era in un momento di crescita – spiega -. Ora è troppo presto per quantificare i cali che ci saranno e gli intoppi che troveremo sulla strada. Io rappresento, in maniera stabile, tra le aziende pugliesi, Divella, Caffè Cavaliere, Molino Andriani».


Andriani, per esempio, è un'azienda di Gravina (con un hub anche a Modugno) di  punta nel settore della produzione di pasta. È  quotata in Borsa e con fatturato in crescita. «Andriani era una di quelle aziende in crescita - commenta Giordano -. È con me da 5 anni. Ora, per dire, abbiamo mandato dei container, stiamo inviando merce, ma sono alte le preoccupazioni sulla gestione. Un esempio? Ieri pomeriggio un cliente di Salerno mi ha telefonato. I container con la merce già imbarcata e pronta a salpare per San Pietroburgo sono stati fermati. Non partono. Bisogna cercare altre soluzioni. Stesso discorso per i pagamenti, sebbene i nostri clienti si stiano attivando aprendo conti su più banche. So che gli ordini arrivati nelle ultime settimane sono in valutazione per via dei trasporti e  dei bonifici. Previsioni attendibili ancora non è possibile farne».


Cosa importano maggiormente dall’Italia? «I volumi maggiori e più necessari riguardano le tecnologie. E l'embargo sarà in prima linea per i prodotti di questo tipo, ad esempio pezzi di ricambio per gli aerei. Io mi occupo principalmente di food, e le nostre aziende pugliesi vanno bene. Poi da un anno  accompagno, o accompagnavo, non so nemmeno più quale tempo del verbo utilizzare, la vendita in Italia per un’azienda russa che produce componenti in carbonio».


Cosa dicono i clienti? 
«Sono preoccupati. Intanto perché il rublo che va in svalutazione rende difficili gli acquisti. I pagamenti finora avvenivano con l’assicurazione o sulla fiducia o con la C.A.D., una forma di pagamento dietro consegna dei documenti condizionanti il ritiro della merce. In pratica la merce arriva con il cargo via mare, ma per sdoganarla è indispensabile avere ricevuto i documenti in originale, che hai solo dopo aver pagato, come forma di garanzia. Oggi so che i corrieri non consegnano più e da domenica sera mi sto ponendo il problema di come manderò i documenti per poter effettuare il pagamento. Ci sarebbe anche il telex come altro strumento. In ogni caso è un’ulteriore preoccupazione che si aggiunge a quella della svalutazione».


Sempre che non ci siano blocchi dei trasporti...
«Esatto. In realtà problemi logistici c’erano già prima della guerra. L'ingresso attraversando l’Ucraina era evitato già da diversi anni. Ora si aggiunge quello dalla Bielorussia. A gennaio c’è stato un problema nel passaggio tra Lettonia e Russia, a causa di un programma, che si occupava delle procedure, saltato. In questo quadro negli ultimi due anni ha inciso la pandemia: gli autisti russi non avevano un vaccino riconosciuto fuori dal loro Paese e quindi non potevano entrare in Italia. C’erano anche meno automezzi, quindi meno commercio dalla Russia verso l’Europa. Attualmente l’unico accesso via gomma possibile è attraverso il Baltico, ovvero da Lettonia, Estonia e Lituania. I vari importatori mi dicono che ci sono problemi ma li stanno risolvendo».


Come faranno con le sanzioni Ue e l’esclusione della Russia dal sistema internazionale di pagamenti Swift?
«Va chiarito che non tutte le banche sono sotto embargo, non tutte le banche verranno escluse dal circuito Swift. E poi solitamente l’importatore lavora con più banche per i pagamenti. Tra l’altro, come dicevo i clienti stanno diversificando i loro conti, aprendone nelle banche non negli elenchi dell’embargo. Anche in banche straniere, per intenderci, come Unicredit e Intesa».


A Mosca che aria si respira?
«L’ambiente è molto teso, la situazione molto, molto complessa. Per avere un quadro chiaro bisognerebbe partire da quel che è successo dal 2014 in poi . La guerra va sempre condannata, sempre. E non ho intenzione di entrare in un discorso politico. Quel che è certo è che  siamo davanti a un contesto molto complesso che avrà delle ripercussioni a lungo, lunghissimo termine».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)