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Crisi Covid, Caritas decisiva: aiutate in Puglia quasi 50mila famiglie

 
Redazione online

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Crisi Covid, Caritas decisiva: aiutate in Puglia quasi 50mila famiglie

Presentato il report sui primi due mesi di lockdown. Dati allarmanti

Martedì 20 Luglio 2021, 12:07

Bari - Nei due mesi del primo lockdown per l’emergenza Covid, 47.942 famiglie pugliesi, circa 120mila persone, si sono rivolte alle Caritas perché in difficoltà economiche: un balzo record, di circa il 50%, che emerge dal libro-report Chiese chiuse... Chiesa aperta. La testimonianza della carità nelle chiese di Puglia al tempo della pandemia (La Meridiana, 2021), presentato ieri nell’Aula Sinodale dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto. Il report è stato curato dalla sociologa dell’Università di Salerno, Serena Quarta, e dal delegato regionale della Caritas Puglia, don Alessandro Mayer ed è stato illustrato dal vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, monsignor Luigi Renna, segretario della Conferenza episcopale pugliese, con il vescovo di San Severo, monsignor Giovanni Checchinato, delegato della Cep per la pastorale della carità.

Tre le categorie che, più di altre, hanno chiesto sostegno alle Caritas locali: le famiglie con figli minori, al primo posto, poi i disoccupati e, infine, i lavoratori in nero. Da questa traccia si è sviluppato un ragionamento che ha indugiato sulle antiche povertà - quelle riferibili a guasti strutturali del territorio, acuitesi ulteriormente nei mesi della serrata - e sulle nuove, sviluppatesi proprio a causa del lockdown. Le Caritas locali hanno infatti registrato l’ingresso nel circuito di famiglie che, fino ad allora, non si erano mai affacciate per esigenze materiali. Pesa il mondo del sommerso, certamente, con la chiusura impossibilitato a proseguire le proprie attività nonché ad accedere a ristori e sostegni, cui però è necessario sommare il precipitare delle condizioni di piccoli imprenditori ed artigiani. È il «paradosso della povertà» illustrato da Quarta: chi era abituato a vivere in una condizione di instabilità ha retto meglio di coloro i quali non immaginavano di dover fare i conti, da un giorno all’altro, con un così drastico mutamento di orizzonte.

Sullo sfondo dell’emergenza si staglia la presenza vitale della Caritas con la sua imprescindibile funzione sociale. «È la bellezza di una presenza»  spiega monsignor Cecchinato, «una presenza, quella della Chiesa, che si fa carità in un momento particolare della storia di tutti». D’altra parte, «la Caritas ha maturato e messo in campo quella che è la competenza del samaritano del Vangelo: guarda la situazione, si commuove, agisce e si prende cura», argomenta monsignor Renna. Determinante il ruolo dei 3291 volontari che, a vario titolo e con competenze diverse, hanno animato l’azione dei 678 centri attivi: una dorsale della solidarietà capace di fare la differenza. Ma il lavoro non è certo finito. «È importante passare dalle risposte all’emergenza - argomenta don Mayer - alle politiche di inclusione, ad una politica occupazionale che sia autentica progettualità per il futuro della nostra terra». 

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