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In Puglia i cavalli non muoiono mai

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

In Puglia i cavalli non muoiono mai

Animali vivi con i documenti di equini macellati. Il Nas Bari sequestra 21 passaporti

Giovedì 06 Maggio 2021, 12:32

In Puglia ci sono cavalli che non muoiono mai... Li ha scovati - spiegano fonti qualificate del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma di Bari, al comando del colonnello Giovanni Battista Aspromonte - un medico del Servizio veterinario dell’Asl del capoluogo, in servizio in un mattatoio autorizzato. Il veterinario, infatti, ha il compito di controllare lo stato dell’animale e la sua documentazione, il suo passaporto. Ogni cavallo, per legge, ne deve avere uno (si veda box in questa pagina; ndr), in quanto ogni equide, per legge, è considerato un «bene mobile registrato», alla stessa stregua di un’auto o una moto, ai fini della responsabilità civile e/o penale. Nel documento c’è tutto della bestiola sin da quando viene alla luce (la sanzione per l’omessa o tardiva denuncia di nascita all’APA, all’AIA, all’UNIRE o all’ANA, a seconda della rispettiva competenza va dai 150 euro a 900 euro per ogni capo). Vi sono segnati anche i dati fisici, la descrizione, le malattie, vaccini e farmaci somministrati. E il documento è tassativo, tanto che, in caso di furto o smarrimento del passaporto, va sporta immediata denuncia alle Forze dell’ordine e agli uffici Anagrafe equina. Pure il passaggio di proprietà va sempre comunicato all’ufficio competente e la modifica non autorizzata o la contraffazione di passaporto di un equide comporta da 3.000 e fino a 18.000 euro di sanzione, per ogni documento. Senza passaporto in regola, va da sé, nessun cavallo può varcare i confini nazionali. Ne va della legge ed essa è, nel caso di animali destinati al consumo umano, a difesa della salute pubblica. Eppure, spiegano le fonti qualificate a La Gazzetta del Mezzogiorno, grazie al probo veterinario il Nas Bari ha appena sequestrato ben 21 passaporti di altrettanti equini. Erano documenti di cavalli già passati a miglior vita, morti e macellati, e che una «manina» aveva riutilizzato per altri animali. In pratica, è stato scoperto un giro di passaporti di animali macellati che, eternati sul piano documentale, tornavano in Italia ancora e ancora. Quando s’è scoperto il business, di questi 21 cavalli, dieci erano stati già fatti a pezzi e finiti in tavola, forse proprio in pancia ai pugliesi che (si veda altro articolo in questa pagina; ndr) sono tra i maggiori consumatori di carne equina d’Italia. Dei restanti undici, tre sono morti nel frattempo e ora, nel Barese, nove cavalli attendono che qualcuno li adotti. Non sono macellabili e ne hanno passate tante poverini, per cui speriamo che presto la loro storia finisca nel migliore dei modi in qualche masseria didattica. Di certo, i Carabinieri vigileranno che non finiscano, nuovamente, nelle mani sbagliate.
In base alle investigazioni, pare che tutti siano stati importati dall’Ungheria e i nove sopravvissuti sono stati sottoposti al sequestro sanitario e non a sequestro penale, anche perché, altrimenti, i tempi per la loro adottabilità si sarebbero dilatati a dismisura. Ne sa qualcosa la toscana Ihp-Italian Horse Protection Onlus che, da due anni, mantiene a proprie spese degli altri cavalli sfortunati e sottoposti a sequestro giudiziario a Manduria, in provincia di Taranto.
«addio nerone»«A Manduria - spiega Sonny Richichi della Ihp - c’era uno pseduo-maneggio con animali molto trascurati e uno in particolare era molto sofferente e morì, mentre noi chiedevamo l’intervento dell’Asl e delle autorità. Si chiamava Nerone. Poi lì sono stati sequestrati tre cavalli e due pony».
«Alla fine - spiega Richichi - i due pony sono stati adottati da una famiglia che vive in masseria in Basilicata, vicino Potenza. Invece dei cavalli, dall’ottobre 2019, ce ne siamo fatti carico noi. Stiamo pagando il mantenimento mensile degli animali, in un maneggio in provincia di Lecce, dove vengono accuditi. Finora abbiamo inutilmente pubblicato appelli per darli in adozione. Forse riusciremo a darli in adozione in Toscana. Lo speriamo anche perché, per la nostra piccola organizzazione, è un peso enorme. Tenga conto che anche quando ce li affidano, in affidamento giudiziario, le Procure non ci riconoscono nulla». I cavalli si chiamano Fanco’s, Verlinde e Little Sweet Dream e in questa pagina pubblichiamo le foto loro e quella del fu Nerone, ridotto dagli esseri si fa per dire «umani» a uno scheletro incerto.
Sempre i toscani di Ihp denunciano un’altra strana storia pugliese. «La segnalazione è partita da noi», dice Richichi che spiega come, sul web, abbia rintracciato gli annunci di un’associazione del Barese che, con l’intento dichiarato di voler sottrarre al mattatoio cavalli e puledri, cerca benefattori che vogliano riscattarli e adottarli. Secondo Richichi questa attività, apparentemente commendevole, nasconderebbe dell’altro. Racconta alla «Gazzetta» di persone che avrebbero adottato e che poi si sarebbero rivolte a loro, perché gli animali che erano stati consegnati sarebbero stati in «pessime condizioni». Addirittura un puledrino sarebbe morto di schianto appena sceso dal mezzo che, dalla Puglia, lo aveva trasportato a destinazione.
Facendo verifiche incrociate col Nas, possiamo confermare che i Carabinieri sono intervenuti e pare abbiano trovato animali curati e in buone condizioni. Due cavalli e 6 asini non avevano i documenti, non era nota la provenienza, e sono stati sottoposi a sequestro. Pare anche che l’obiettivo dell’Associazione sia realmente benefico. Vi terremo aggiornati.
In generale, per chi volesse adottare cavalli e affini, il consiglio degli esperti è di «farsi sempre supportare da un veterinario esperto».

(continua)

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